Gli astronomi starebbero ore a guardare a bocca aperta questo Pianeta | Già il suo nome incuriosisce, ma si comporta davvero strano

Astronauta (Canva foto) - www.aerospacecue.it
Il pianeta dal nome mitologico che sorprende gli scienziati per le sue insolite caratteristiche: gli astronauti ne sono affascinati.
Ci sono corpi celesti che colpiscono al primo sguardo non solo per quello che sono, ma per ciò che evocano. È il caso di un pianeta nano ai confini del sistema solare che già dal suo nome incuriosisce: richiama infatti antiche leggende dell’Isola di Pasqua e sembra quasi raccontare una storia sospesa tra mito e scienza.
Spesso si parla dei giganti come Giove o Saturno, dimenticando che esistono mondi più piccoli e remoti capaci di affascinare in modo diverso. Alcuni, nascosti oltre Nettuno, custodiscono caratteristiche misteriose che li rendono oggetto di studio continuo e fonte di meraviglia per gli astronomi.
Makemake rientra perfettamente in questa categoria. Scoperto nel 2005, ha una massa poco inferiore a quella di Plutone e, nel 2016, gli è stato riconosciuto anche un satellite. Ogni dettaglio che lo riguarda contribuisce a costruire l’immagine di un pianeta nano che non smette di sorprendere.
Il suo fascino non dipende soltanto dalla posizione remota o dalla luna che lo accompagna, ma dal fatto che sembra vivere una sua “dinamica segreta”, capace di sfidare l’idea che i corpi oltre Nettuno siano solo mondi silenziosi e inattivi.
Un telescopio che svela nuove tracce
Un gruppo di scienziati del Southwest Research Institute ha rivolto lo sguardo verso Makemake con il James Webb Space Telescope, e ciò che hanno trovato ha lasciato tutti senza parole. I dati hanno mostrato la presenza di metano sulla superficie e persino sopra l’atmosfera, un dettaglio che cambia completamente il modo di vedere questo pianeta nano.
“La scoperta ci dice che Makemake non è affatto un mondo fermo, ma un corpo ancora in evoluzione”, ha spiegato la ricercatrice Silvia Protopapa, autrice dello studio pubblicato su The Astrophysical Journal Letters. Come ricorda Everyeye, questa osservazione ha entusiasmato gli astronomi, che ora vedono in Makemake un laboratorio naturale per capire meglio i processi che avvengono nelle zone più esterne del sistema solare.
L’atmosfera effimera e i possibili pennacchi
La parte più intrigante riguarda ciò che accade al metano. Secondo gli studiosi, lo scioglimento dei ghiacci composti da metano, acqua e anidride carbonica, causato dalla luce del Sole, potrebbe dare origine a una sottile atmosfera temporanea, simile a quella già osservata su Plutone.
C’è però un’ipotesi alternativa ancora più spettacolare: quella di pennacchi di gas che si libererebbero con la forza di vere e proprie esplosioni. In questo scenario, Makemake rilascerebbe centinaia di chilogrammi di metano ogni secondo, con intensità paragonabile ai getti d’acqua della luna Encelado e molto più potente di ciò che si è visto su Cerere. Qualunque sia la spiegazione, Makemake rimane un enigma cosmico, difficile da ignorare e impossibile da non ammirare.