Il Giappone vuole conquistare uno strano asteroide | È molto piccolo ed ha il “Ballo di San Vito”: si muove sempre velocemente

Asteroide e Giappone (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Un minuscolo asteroide sta mettendo alla prova la tecnologia spaziale giapponese: rotazione e dimensioni complicano la missione.
Di solito, quando pensiamo allo spazio, ci immaginiamo corpi celesti enormi, distanze infinite e telescopi puntati verso galassie lontane. Ma ultimamente l’attenzione si sta spostando verso qualcosa di molto più… minuscolo. C’è infatti tutto un universo di oggetti microscopici – ok, non proprio microscopici, ma quasi – che stanno diventando protagonisti di missioni ambiziose. È incredibile come anche i sassolini cosmici possano dire tanto sulla storia del Sistema solare.
Questi corpi, spesso trascurati perché troppo piccoli o difficili da osservare, nascondono invece dettagli preziosissimi. Il problema principale? Riuscire a capirci qualcosa. Più sono piccoli, più diventano un rompicapo da studiare. Però la tecnologia, per fortuna, ci sta venendo incontro: telescopi giganti, software sofisticati, missioni robotiche super precise… Insomma, ora possiamo puntare anche a bersagli considerati “impossibili” fino a pochi anni fa.
E non è solo una questione di dimensioni. Alcuni di questi oggetti hanno anche comportamenti… diciamo bizzarri. Questo rende tutto ancora più interessante, ma pure parecchio complicato per chi deve, per esempio, tentare di “toccarli” con una sonda. Ogni nuovo dato raccolto è oro colato per chi lavora su questo tipo di missioni.
Organizzare un incontro ravvicinato con un asteroide che si muove veloce come un disco impazzito richiede nervi saldi e un piano perfetto. Non è solo questione di arrivare nel posto giusto al momento giusto, ma anche di capire come e quando avvicinarsi senza fare danni. Insomma, ci vuole una combinazione di precisione, pazienza e un pizzico di follia, forse.
Un’osservazione che ha scombussolato i piani
Come riporta Media Inaf, un team di astronomi ha appena scoperto qualcosa che, onestamente, ha lasciato tutti un po’ spiazzati. Grazie al Very Large Telescope (VLT) dell’Eso, nel deserto di Atacama, è stato possibile analizzare meglio l’asteroide 1998 KY26. La cosa interessante è che questo sassolino spaziale è molto più piccolo e veloce del previsto: appena 11 metri di diametro e una rotazione completa ogni 5 minuti. Letteralmente un derviscio cosmico.
La scoperta, pubblicata su Nature Communications, è frutto del lavoro di Toni Santana-Ros e del suo team. “È completamente diverso da come lo immaginavamo”, ha detto. E in effetti, con queste nuove misure, la missione giapponese Hayabusa2 dovrà rivedere parecchie cose. L’arrivo della sonda è previsto per il 2031, e la parte più delicata – l’atterraggio – rischia di diventare ancora più ardua del previsto.
Una missione che sfida ogni limite
Il bello (o il difficile) è che non abbiamo mai provato a fare una cosa del genere. Mai una sonda è stata inviata su un asteroide così minuscolo. Hayabusa2, gestita dall’agenzia spaziale giapponese JAXA, ha già avuto successo con Ryugu, ma stavolta il bersaglio è decisamente più… ehm, agile. Secondo le osservazioni combinate, KY26 potrebbe essere un solido frammento di roccia, ma non si esclude che sia un ammasso di detriti tenuti insieme per miracolo. O quasi.
Un dettaglio curioso? La sonda Hayabusa2 è praticamente grande quanto l’asteroide che dovrà visitare. Una roba da fantascienza. Eppure, i ricercatori sono riusciti a studiarlo da Terra grazie a telescopi come il VLT. Questo significa che, in futuro, potremmo mappare anche gli asteroidi più piccoli e potenzialmente pericolosi. Tipo quello che è esploso sopra Chelyabinsk, in Russia, qualche anno fa.