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La NASA l’ha appena deciso | Non ci sono altre soluzioni possibili: al via i bombardamenti di questo asteroide killer

Il rischio aumenta sempre di più

Il rischio aumenta sempre di più (UniTo foto) - www.aerospacecue.it

Raderlo al suolo, annientarlo definitivamente. Non esistono altre strade percorribili: ma c’è anche chi si oppone a questo approccio

Sebbene le dimensioni medie degli asteroidi partano da pochi metri di estensione, esiste la possibilità di individuare, mentre compiono la propria orbita, oggetti capaci addirittura di raggiungere centinaia di km.

Sono proprio questi gli elementi che, più di ogni altro, preoccupano la comunità astronomica nella sua interezza, che per questo si trova costretta ad effettuare monitoraggi continui dei corpi stessi, al fine di individuare preventivamente i possibili rischi.

La localizzazione degli asteroidi è generalmente da ricercare nella Fascia Principale, compresa tra Marte e Giove, dove i corpi sono tradizionalmente composti da metalli, quali ferro e nichel, o rocce, ma con possibilità di contenere persino ghiacci.

Discorso diverso e maggiormente “teso” quello che riguarda i NEA, acronimo indicante i Near-Earth Asteroids, i quali compiono la propria orbita ravvicinatamente a quella terrestre, elevando la pericolosità di un impatto.

Una situazione a dir poco delicata

La scoperta dell’asteroide 2024 YR4, avvenuta lo scorso Dicembre, ha immediatamente generato una particolare allerta in tutti gli osservatori, data la possibilità d’impatto con la Terra, dapprima stimata in un 3,1% circa, successivamente diminuita fino a raggiungere lo 0,28% (decisamente più trascurabile). Il fatto che l’asteroide sia esteso per circa 55 metri avrebbe sicuramente rappresentato un fattore di rischio da attenzionare, data la sua capacità, in caso di impatto, di radere al suolo anche una città intera.

Adesso l’attenzione si è focalizzata sulla Luna, visto che i recenti calcoli indicano la possibilità che l’impatto avvenga durante il 2032 proprio sulla superficie del satellite. Un luogo totalmente disabitato, che non comporterebbe rischio alcuno: tuttavia, lo spazio circumterrestre potrebbe risentire severamente dell’evento, dato il sollevamento di polvere e regolite che seguirebbe all’impatto, con possibilità per satelliti e stazioni spaziali di risentire direttamente delle conseguenze.

Asteroide verso la Terra
Asteroide verso la Terra (Shutterstock foto) – www.aerospacecue.it

La reazione della comunità

Quali contromisure adottare? La comunità intera si sta interrogando a riguardo e l‘intenzione chiara e unitaria, ovviamente, è quella di ridurre i rischi alla minor percentuale possibile. A destare particolari controversie è il fatto che sia impossibile definire con precisione estrema la composizione e la massa dell’asteroide, elementi che aprono le porte all’unica strada percorribile, seppur molto contestata da vari esponenti della comunità. E se venissero impiegate le forze nucleari a nostra disposizione per abbattere letteralmente l’asteroide?

Non si tratterebbe di una deflessione, come avvenuto nel corso del test DART nei confronti di Dimorphos, ma di una vera e propria frantumazione, impiegando un ordigno nucleare a bordo di un razzo. I tempi stringono e lo scorrimento delle lancette non rappresenta di certo un elemento favorevole agli scienziati, che avrebbero necessità di progettare la missione in ogni minimo particolare, costruendo veicoli idonei per procedere sul campo, il tutto entro e non oltre la finestra temporale compresa tra il 2029 e il 2031. La pianificazione anticipata è l’unico strumento che permetterebbe di elevare la possibilità di successo dell’intervento. A riportarlo è HD Blog.