Segnale alieno, brutta figura degli scienziati di tutto il mondo | Per decifrarlo c’é voluto l’aiuto di questa ragazzina e del padre

Satellite e segnali (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Un misterioso messaggio dallo spazio ha messo alla prova la scienza globale, ma la soluzione è arrivata inaspettatamente.
Parlare di segnali dallo spazio fa sempre un certo effetto, no? L’idea che da qualche parte là fuori ci sia qualcuno che prova a comunicare con noi è affascinante, quasi ipnotica. Eppure, quando arriva davvero un messaggio le cose si complicano. Perché non è solo questione di tecnologia o di antenne potentissime. È anche, e soprattutto, una questione umana.
Immagina di ricevere un messaggio in codice, incomprensibile, senza alcuna guida. E ti dicono: “Ecco, decifralo tu”. Chi ci prova per primo? Chi ha la pazienza, la competenza, o magari solo l’intuizione giusta? Quando si tratta di eventi fuori dall’ordinario, la reazione collettiva è tutt’altro che scontata. A volte il problema non è capire *cosa* c’è scritto, ma *come* iniziare a capirlo.
In queste situazioni, ci si aspetterebbe che a risolvere il mistero sia qualche luminare con tre lauree e un team di super cervelloni dietro. Ma non sempre va così. A volte serve una mente fresca, libera da certe rigidità accademiche. Insomma, ogni tanto serve qualcuno che guardi il problema da un’angolazione completamente diversa.
E proprio per testare queste dinamiche – come rispondiamo a un messaggio “alieno”, quanto siamo rapidi, come collaboriamo – nascono certi esperimenti. Progetti curiosi, che mischiano scienza, arte e partecipazione pubblica. Perché oggi, fare scienza non è più solo roba da laboratorio. C’è un mondo là fuori pronto a mettersi in gioco. E questa storia ne è la prova.
Un segnale misterioso ha fatto impazzire il web
Tutto è cominciato nel maggio 2023, quando una sonda dell’ESA, la ExoMars Trace Gas Orbiter, ha trasmesso un messaggio molto particolare. Niente alieni, ma qualcosa di altrettanto intrigante. Il progetto si chiamava A Sign in Space ed era stato ideato dall’artista multimediale Daniela de Paulis. L’obiettivo? Vedere come avrebbe reagito il mondo intero all’arrivo di un presunto segnale extraterrestre.
Nel giro di pochissimo tempo, più di 5.000 tra scienziati, studenti e semplici curiosi hanno iniziato a lavorare sui dati ricevuti da tre grandi osservatori. Il segnale è stato “ripulito” in una decina di giorni, ma… il suo significato è rimasto un mistero per oltre un anno intero. Una lentezza sorprendente, considerando tutte le menti coinvolte. Ma forse è proprio questo il punto: a volte, troppe teste pensanti non fanno una soluzione.
E alla fine ci ha pensato una ragazzina con suo padre
Sembra una di quelle storie da film, e invece è andata proprio così: a decifrare il messaggio ci hanno pensato Ken e Keli Chaffin, padre e figlia statunitensi. Senza supercomputer, senza titoli altisonanti, hanno capito che si trattava di un diagramma che rappresentava cinque amminoacidi. Sì, quelli che sono considerati i “mattoni della vita”. Roba grossa, ma capita per caso – o quasi.
Il progetto è stato portato avanti in collaborazione con l’ESA, il SETI Institute, il Green Bank Observatory e l’Istituto Nazionale di Astrofisica. Ma la vera lezione è un’altra: spesso le risposte arrivano da dove meno te l’aspetti. Ed è questo che rende iniziative come A Sign in Space così preziose. La notizia è stata raccontata da IFLScience, e riportata da Everyeye.