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L’astrofisico americano pluripremiato non ha più dubbi | 3I/ATLAS non è una cometa: è un manufatto artificiale alieno

Astronave enorme (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Astronave enorme (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Un’anomalia chimica nello spazio riaccende il dibattito: cosa si nasconde davvero dietro l’enigmatico oggetto interstellare 3I/ATLAS?

Ogni tanto succede: un oggetto spunta dallo spazio profondo e, senza farsi troppa pubblicità, fa saltare i nervi a mezza comunità scientifica. Succede perché non tutto là fuori si comporta come ci aspettiamo. E quando qualcosa non torna, iniziano i dibattiti, le ipotesi più assurde. È una di quelle situazioni dove la curiosità prende il posto della certezza, e l’immaginazione ci mette il resto.

Alcuni eventi spaziali non sono solo roba per scienziati in camice bianco. Diventano casi mediatici veri e propri, capaci di accendere discussioni ovunque. Tutti a chiedersi: “Ma è possibile?”, “E se fosse vero?”. Perché quando qualcosa sfugge ai modelli conosciuti, scatta quel fascino antico per l’ignoto, che ci accompagna da millenni.

E poi c’è chi, invece di cercare spiegazioni rassicuranti, va dritto per la strada più controversa. Ci sono scienziati che non si accontentano delle soluzioni classiche e spingono lo sguardo un po’ più in là. Alcuni lo fanno con coraggio, altri per puro spirito provocatorio, ma a volte capita che proprio quei punti di vista “strani” diventino i più interessanti.

Ogni tanto basta un dettaglio – un dato fuori posto, una rilevazione inaspettata – per mettere in crisi teorie consolidate. È come trovare una scarpa su Marte: magari c’è una spiegazione logica, ma il dubbio rimane. E quando a parlare sono nomi pesanti del mondo accademico, allora sì che l’eco della notizia si fa sentire forte.

Un’anomalia chimica che fa alzare le sopracciglia

L’ultima bomba arriva da un nuovo studio sul corpo celeste 3I/ATLAS. L’hanno osservato dal telescopio Keck II, sulle alture delle Hawaii, e quello che è venuto fuori ha lasciato tutti – diciamo – piuttosto sorpresi. Pare che nella nube di gas che lo circonda ci sia una notevole concentrazione di nichel. Tutto normale? Non proprio, perché manca del tutto il ferro. Zero tracce.

Avi Loeb, il celebre (e spesso controverso) astrofisico di Harvard, non se l’è fatto dire due volte: secondo lui è un’anomalia che “puzza” di artificiale. Questo perché, a quanto pare, il nichel senza ferro in queste quantità non si trova in natura. O meglio, sulla Terra si ottiene solo con un processo industriale specifico, chiamato processo carbonilico. Roba da metallurgia avanzata, mica da comete scappate di casa. E da qui egli ha detto la sua.

3l-ATLAS (Nasa - ESA foto) - www.aerospacecue.it
3l-ATLAS (Nasa – ESA foto) – www.aerospacecue.it

La teoria di Loeb

Loeb ha scritto un articolo su Medium dove entra nei dettagli, come riporta anche Fanpage. Secondo lui, questa roba non si era mai vista prima – nemmeno nella cometa interstellare 2I/Borisov. Ma non è solo il discorso del nichel: ci sono altri indizi. Tipo la coda “al contrario”, che guarda verso il Sole, una rotta piuttosto insolita che l’ha portato a sfiorare Marte, Venere e Giove, e pure una dispersione anomala di cianuro.

E qui arriva la parte che ha fatto scattare tutti in piedi: per Loeb, 3I/ATLAS potrebbe essere una gigantesca nave aliena. Sì, proprio così. Una struttura di 5 km di diametro e una massa da 33 miliardi di tonnellate. Praticamente una città vagante nel cosmo. Secondo lui, le probabilità che sia artificiale stanno tra il 30 e il 40%.