Alieni, la loro prima visita sta diventando realtà | Hanno ragione i cacciatori di UFO: c’é già il “piano di accoglienza”
Rappresentazione di due alieni che osservano la Terra (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Scienziati e istituzioni aggiornano le regole: il primo contatto con intelligenze aliene non è più solo fantascienza.
Per anni ne abbiamo parlato come di una possibilità remota, roba da film o da programmi notturni in TV. E invece ora le cose stanno cambiando. Sempre più ricercatori, enti spaziali e persino figure istituzionali si stanno ponendo la domanda che tutti ci siamo fatti almeno una volta: e se davvero gli alieni ci contattassero?
Ok, sembrava fantascienza… ma oggi qualcuno ci sta lavorando sul serio. La storia ci insegna che ogni volta che due civiltà molto diverse si sono incontrate, il risultato non è stato mai semplice. Spesso è nato un conflitto, altre volte solo un grande fraintendimento.
E certe storie, col tempo, si sono trasformate in miti. Insomma, quando arriva qualcosa che non conosciamo, il cervello tende a riempire i buchi con ciò che sa o che immagina. Ecco perché quelli che una volta chiamavamo “cacciatori di UFO” iniziano ad avere un ruolo un po’ diverso.
Certo, molti restano fissati con i video sfocati e le luci nel cielo. Ma tra loro ci sono anche studiosi e scienziati seri, che da anni si battono per spingere la comunità internazionale a prendere sul serio la questione. E a quanto pare… beh, qualcuno ha finalmente ascoltato.
Un piano ben congeniato
Ora non è più solo questione di avvistamenti. Il punto è che serve un piano. E non uno improvvisato, ma qualcosa di concreto, scritto nero su bianco. Perché se domani arriva davvero un segnale… non possiamo certo decidere cosa fare in diretta su TikTok.
Everyeye.it riporta i dettagli dello studio pubblicato su arXiv, che spiega che tutto dovrà essere verificabile, tracciabile e – cosa non da poco – comunicato con estrema chiarezza anche al pubblico. E se davvero qualcosa o qualcuno ci rispondesse? Beh, almeno adesso c’è una bozza di piano. Un “benvenuto”, sì… ma con criterio.

Quando l’ipotesi inizia a diventare realtà
Già nel 1989 era stato redatto un primo protocollo per affrontare la possibilità di un contatto extraterrestre. Ma da allora, il mondo è cambiato. Social, fake news, deepfake, IA generativa… oggi tutto viaggia più veloce, ma non per forza meglio. Quello schema vecchio di trentasei anni non basta più.
Così, un gruppo internazionale di esperti – Regno Unito, Canada, Stati Uniti, Paesi Bassi e Australia – ha lavorato insieme al SETI a un aggiornamento delle regole. Una nuova “guida etica”, diciamo così, che stabilisce come comportarsi davanti a un possibile contatto. Niente panico, niente messaggi impulsivi, tutto coordinato, con trasparenza e attenzione. Il nodo centrale è proprio questo: evitare risposte istintive. Il nuovo documento dice chiaramente che nessuno dovrebbe mandare un messaggio agli alieni senza una consultazione internazionale, guidata dalle Nazioni Unite. In pratica: ci si ferma, si valuta, si decide insieme.
