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Questo vulcano lo pensavano spento ed invece respira | Il suo cuore è tornato a battere e ora fa paura

Illustrazione di un vulcano (Canva FOTO) - aerospacecue.it

Illustrazione di un vulcano (Canva FOTO) - aerospacecue.it

Sembrava spento, e invece è più “vivo” che mai. La situazione diventa molto particolare, e il pericolo potrebbe essere dietro l’angolo.

Quando un vulcano torna ad eruttare, non lo fa mai all’improvviso. È un processo che inizia nel silenzio, con il magma che si accumula nelle profondità della Terra e la pressione che cresce lentamente, fino a cercare una via di fuga.

Le prime avvisaglie arrivano con piccoli segnali: microsismi, emissioni di gas, deformazioni del terreno. Sono messaggi sottili che gli scienziati imparano a leggere per capire quando il vulcano sta “risvegliandosi”.

Quando la pressione interna supera la resistenza delle rocce, il magma trova la sua strada verso la superficie, portando con sé gas, cenere e materiale incandescente. È in quel momento che l’eruzione prende forma, spesso in modo spettacolare ma anche potenzialmente distruttivo.

Ogni eruzione, però, è diversa: alcune durano pochi giorni, altre mesi. Alcune producono colate tranquille, altre esplosioni violente. Ma tutte ricordano la stessa cosa: la Terra è viva, e sotto la crosta apparentemente stabile continua a muoversi e respirare.

Il gigante che si risveglia dal silenzio

A volte la Terra sembra addormentata, immobile, come se avesse deciso di prendersi una pausa. Poi, all’improvviso, qualcosa si muove nel profondo, quasi impercettibile, e tutto cambia. È ciò che sta accadendo in Iran, dove un vulcano rimasto in quiete per centinaia di migliaia di anni ha dato i primi segni di un risveglio. Il suo nome è Taftan, e per oltre settecentomila anni si pensava fosse ormai un ricordo geologico, un gigante spento e dimenticato tra le montagne del Belucistan.

Ma il terreno non mente. Negli ultimi anni, i satelliti hanno captato un movimento lieve, un innalzamento del suolo che lascia intendere che, sotto la superficie, qualcosa stia respirando di nuovo. È un segnale sottile, ma chi studia i vulcani sa che anche pochi centimetri possono raccontare un’intera storia.

Illustrazione di un'eruzione in corso (Canva FOTO) - aerospacecue.it
Illustrazione di un’eruzione in corso (Canva FOTO) – aerospacecue.it

I dati che svelano un risveglio silenzioso

Secondo quanto riportato da MeteoWeb, le osservazioni satellitari della missione Sentinel-1 hanno mostrato un sollevamento di circa 9 centimetri registrato tra luglio 2023 e maggio 2024 attorno alla sommità del Taftan. Un dato che ha sorpreso i ricercatori, considerando che il vulcano era ritenuto inattivo da 710 000 anni. L’analisi, pubblicata su Geophysical Research Letters, ha rivelato che la deformazione del terreno ha origine a una profondità compresa tra 500 e 600 metri, mentre il serbatoio magmatico principale si troverebbe oltre i 3,5 chilometri sotto la superficie.

Le ipotesi degli scienziati sono due: o si tratta di un accumulo di gas nel sistema idrotermale del vulcano, oppure di una risalita parziale di magma che spinge verso l’alto i gas intrappolati. In ogni caso, il Taftan non può più essere considerato un vulcano “spento”. Al momento non ci sono segnali di un’eruzione imminente, ma gli esperti raccomandano un monitoraggio costante, anche se la posizione isolata e instabile della regione rende difficile installare strumenti di controllo.