Dalle foreste alle coltivazioni: ecco cosa mostrano le prime immagini radar del satellite NISAR della NASA
Immagine del NISAR (NASA foto) - www.aerospacecue.it
Le prime immagini radar di NISAR svelano dettagli sorprendenti su foreste, coltivazioni e superfici terrestri in evoluzione.
C’è un mondo nascosto sotto le chiome degli alberi e tra i solchi dei campi coltivati. Un mondo che a occhio nudo resta invisibile, ma che oggi possiamo iniziare a decifrare con una precisione mai vista prima. Le nuove tecnologie spaziali stanno cambiando il modo in cui osserviamo la Terra: non più soltanto mappe o foto satellitari generiche, ma immagini radar capaci di raccontare cosa succede sotto la superficie apparente.
Negli ultimi anni si è parlato molto di collaborazione internazionale nel campo della scienza, ma quando si tratta di ambiente e cambiamento climatico, l’unione fa davvero la forza. Le missioni congiunte tra agenzie spaziali di paesi diversi stanno diventando sempre più strategiche, non per esplorare galassie lontane, ma per monitorare la nostra casa, il pianeta su cui viviamo. Le immagini che arrivano dallo spazio oggi servono ai governi, agli agricoltori, ai ricercatori e anche alla protezione civile.
Fino a poco tempo fa, capire cosa stava accadendo in una zona remota della Terra richiedeva tempo, costi elevati e una buona dose di fortuna. Ora non più. Grazie ai radar ad apertura sintetica, possiamo ottenere immagini dettagliatissime che distinguono una foresta da un campo coltivato o da un’area urbana, e che offrono informazioni preziose sulle trasformazioni del territorio. Queste tecnologie stanno diventando strumenti fondamentali anche per prevedere eventi naturali estremi.
Ed è qui che entra in gioco un progetto che ha qualcosa di straordinario. Da un lato c’è la NASA, dall’altro l’ISRO, l’agenzia spaziale indiana. Insieme hanno dato vita a un satellite che promette di rivoluzionare la raccolta di dati ambientali su scala globale. La missione NISAR non è solo un successo tecnologico, ma anche la dimostrazione concreta di quanto possa essere potente la cooperazione tra paesi lontani.
Una prospettiva tutta nuova, dallo spazio
Lo scorso 30 luglio, il satellite è stato lanciato in orbita con un obiettivo chiaro: fornire informazioni dettagliate e affidabili su come cambia la superficie terrestre. E già dalle prime immagini, inviate verso fine agosto, il risultato è stato impressionante. Il 21 agosto, i sensori radar hanno immortalato Mount Desert Island, in Maine, mostrando in verde le zone boschive e in magenta le superfici dure, come edifici o terreno nudo. Si distingue nitidamente persino Bar Harbor, sulla punta nord-est dell’isola.
Due giorni dopo, è stato il turno del North Dakota. Le immagini del 23 agosto raccontano un paesaggio fatto di campi coltivati, foreste, zone umide e corsi d’acqua. Il radar L-band, sviluppato dal Jet Propulsion Laboratory della NASA, è riuscito a cogliere perfino le trame dei campi irrigati a pivot centrale e a distinguere tra terreni incolti e colture come mais e soia. Un livello di dettaglio così non era mai stato raggiunto prima.

Cosa raccontano davvero queste immagini radar
Queste fotografie radar, apparentemente astratte, sono in realtà una miniera di informazioni ambientali. Il satellite NISAR è il primo al mondo a montare due radar: uno a banda L, utile per penetrare attraverso la vegetazione e rilevare il movimento del suolo, e uno a banda S, fornito dall’India, perfetto per studiare aree con vegetazione bassa o colture specifiche. Ogni dodici giorni, l’intero globo sarà scansionato due volte con un’antenna enorme, larga 12 metri.
Ma il vero punto di forza di questa missione sta nella precisione. NISAR riesce a misurare spostamenti minimi della crosta terrestre, anche di pochi millimetri. Questo significa poter monitorare frane, eruzioni vulcaniche, terremoti e l’evoluzione dei ghiacciai con un livello di accuratezza senza precedenti. Le immagini raccolte a settembre sono solo un’anticipazione: la fase scientifica vera e propria inizierà a novembre, e aprirà la porta a una nuova era dell’osservazione terrestre.
