Questo vulcano si sta svegliando dopo 700.000 anni | Le previsioni sono tragiche: sarà un’eruzione epocale
 
                        Vulcano in eruzione (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Il movimento è iniziato e l’intera comunità è in stato di allerta. Una manifestazione simile non si verificava da millenni
L‘attività vulcanica si manifesta nel momento in cui la roccia fusa sita nelle profondità terrestri, scientificamente nota come magma, avvia il proprio processo di risalita in direzione della superficie della Terra, venendo di fatto espulsa dai vulcani.
Il fenomeno ha inizio addirittura a centinaia di chilometri di profondità, nelle pendici terrestri, dove le eccessive temperature portano le rocce – o almeno una parte di queste – a fondersi, fino a originare il magma.
Se il magma risulta essere più leggero rispetto alle rocce solide che lo circondano lo stesso può risalire lentamente, o accumulandosi, depositandosi, all’interno delle camere magmatiche, oppure eruttare definitivamente, con possibilità di osservare diverse manifestazioni.
Si parla, infatti, di attività vulcanica effusiva se il magma, durante il processo di eruzione, forma delle colate laviche, procedendo a scorrere lentamente sulla superficie esterna dei vulcani o delle fessure, oppure esplosiva se provoca dei veri e propri scoppi, composti anche da gas, lapilli e ceneri.
Una situazione estremamente delicata
Tutti pensavano che questo vulcano asiatico fosse ormai spento, essendo la sua prima eruzione risalente a 700.000 anni fa. Eppure, il Monte Taftan, sito nel territorio iraniano, è letteralmente riemerso dal suolo, elevandosi sempre di più nel corso dell’ultimo anno, fino a produrre uno stato di significativa preoccupazione tra i locali, preoccupati per l’avanzata del fenomeno e per l’ipotesi di una nuova imminente eruzione.
I ricercatori si sono immediatamente dedicati al tema effettuando rilevamenti che hanno permesso di comprendere come accumuli sotterranei di magma e gas abbiano favorito un quantitativo di pressione tale da spingere verso l’alto la roccia, permettendo anche la fuoriuscita di pennacchi, che generano enormi nuvole di cenere verso il cielo, visibili anche da svariati chilometri di distanza. Questa situazione prosegue ormai da diversi anni: era il 2023 quando le prime avvisaglie – e più in particolare numerose segnalazioni che evidenziavano un forte odore di zolfo – avevano fatto la propria comparsa nell’area.

Potenzialità mostruose
I vulcanologi hanno precisato all’interno di un articolo che ha trovato pubblicazione sul Geophyisical Research Letters che racconta di “disordini inequivocabili” attualmente in corso nel sottosuolo, che porteranno inevitabilmente il gas a liberarsi da un momento all’altro e non è chiaro, come evidenzia anche l’autore Pablo Gonzalez, e questo rilascio avverrà in modo quieto o maggiormente violento. Le autorità della Regione iraniana che ospita il Taftan, al confine con il Pakistan, dovrebbe intervenire facendo sì che risorse portino a soluzioni concrete che permettano di monitorare la situazione, diminuire il fattore di rischio e soprattutto il panico che si sta creando tra i cittadini.
Il quadro relativo all’azione del vulcano resta complesso da definire, in quanto remoto e contenente informazioni impegnative da raggiungere con il solo utilizzo dei GPS. Per questo, di fondamentale importanza si sono rivelate, sino ad ora, le immagini satellitari analizzate da Mohammadhossein Mohammadnia, studente correntemente impegnato nelle valutazioni relative a Taftan spalleggiando proprio Gonzalez. Lo scrive il Sun.
