Alieni, li hanno tenuti nascosti fino a ieri | I cacciatori non si sono lasciati fregare: li hanno trovati qui
Gli alieni esistono le tracce (Canva foto) - www.aerospacecue.it
Scoperta una nuova traccia invisibile all’occhio umano che potrebbe cambiare per sempre la caccia alla vita nello spazio.
In un angolo dell’universo che non possiamo raggiungere, lontano dai pianeti che somigliano alla Terra, si nasconde qualcosa di inatteso. Le mappe celesti sono state a lungo orientate verso mondi familiari, ma ora gli sguardi più esperti stanno virando altrove. Ciò che sembrava invisibile, potrebbe essersi mostrato sotto forma di una traccia chimica sottile, eppure potentissima.
La ricerca di vita extraterrestre è sempre stata guidata da criteri simili a quelli terrestri: acqua liquida, atmosfera respirabile, condizioni climatiche compatibili con l’essere umano. Ma l’idea che la vita debba svilupparsi in ambienti simili al nostro è stata recentemente messa in discussione da una nuova prospettiva. Forse non dobbiamo cercare “altri noi”, ma “altri” e basta.
Alcuni cacciatori di indizi nel cosmo – scienziati e astrobiologi – stanno rivalutando il modo in cui analizziamo le atmosfere planetarie. Non è più solo questione di trovare ossigeno o metano. C’è un altro segnale, più sottile ma potenzialmente più rivelatore, che potrebbe offrire la prima vera prova dell’esistenza di vita al di fuori del nostro sistema.
L’attenzione si sta ora spostando verso mondi che fino a poco tempo fa non erano considerati prioritari: giganti con oceani profondi e atmosfere dense di idrogeno, molto diversi dalla nostra Terra. In questi luoghi remoti e ostili, potrebbe celarsi la risposta che l’umanità insegue da secoli.
Una scoperta che cambia il punto di vista
Un gruppo di ricercatori dell’Università della California, Riverside, ha individuato un nuovo indicatore di vita: i gas chiamati metil-alogenuri. Sulla Terra, vengono prodotti da batteri, alghe marine, funghi e alcune piante, ma è nello spazio che la loro presenza potrebbe fare la differenza. Secondo quanto riportato da The Sun, questi gas potrebbero essere individuati su pianeti cosiddetti “Hycean”, caratterizzati da oceani globali e un’atmosfera molto diversa dalla nostra.
La parte affascinante è che non servono strumenti futuristici per rilevare questi gas. Il telescopio spaziale James Webb, attualmente operativo, è già in grado di farlo. “Uno dei grandi vantaggi nel cercare i metil-alogenuri è che si potrebbero trovare in appena 13 ore”, ha spiegato la ricercatrice Michaela Leung. Ciò rende questa via più rapida ed economica rispetto alla rilevazione di gas come ossigeno o metano.

La traccia invisibile che potrebbe svelare tutto
Il cuore della notizia sta nel fatto che questi metil-alogenuri potrebbero essere la chiave per identificare la vita microbica su pianeti lontanissimi, senza doverli mai raggiungere. I mondi Hycean offrono un ambiente dove questi gas potrebbero accumularsi a livelli rilevabili anche da anni luce di distanza. Non si tratta di vita come la conosciamo: “Questi microbi, se esistono, sarebbero anaerobici”, ha spiegato l’astrobiologo Eddie Schwieterman. “Sarebbero adattati a un ambiente molto diverso”.
La scoperta ha un impatto potenzialmente rivoluzionario. Individuare questi gas su più pianeti suggerirebbe che la vita microbica potrebbe essere comune nell’universo, ha aggiunto Leung.
