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Sulla Luna ci sono i vulcani | Lo avevano detto già 40 anni fa e nessuno ci credeva: sconcertante

Illustrazione di un vulcano lunare (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Illustrazione di un vulcano lunare (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Una vecchia ipotesi ignorata per decenni trova oggi conferma grazie a nuove immagini: il mistero era sotto i nostri occhi.

Certe idee, per quanto strane possano sembrare, tornano sempre a galla. È buffo pensare a quante teorie del passato siano state archiviate troppo in fretta, solo per poi essere riscoperte anni dopo grazie a strumenti più evoluti. Succede spesso nella scienza: un’intuizione, magari prematura, viene messa da parte… e poi, boom, diventa centrale.

È il destino di molte scoperte spaziali che oggi, finalmente, ricevono l’attenzione che meritano. Con le sonde moderne si riesce a osservare cose incredibili là fuori. Roba che solo pochi anni fa sembrava fantascienza. Alcuni corpi celesti ben noti stanno mostrando caratteristiche che fanno impallidire perfino la Terra.

E non stiamo parlando solo di forme o composizioni, ma di fenomeni attivi, dinamici, che stravolgono tutto quello che pensavamo di sapere. I dati termici e le immagini dettagliatissime raccolte recentemente hanno iniziato a raccontare un’altra storia.

Una in cui ciò che sembrava morto o inerte è invece molto, molto vivo. L’aspetto più curioso? Queste informazioni, in realtà, erano già lì da tempo. Solo che erano passate in sordina. E qui arriva la parte interessante. Perché a volte è proprio nel rumore di fondo che si nascondono le verità più grosse.

Scoperte ieri e oggi

Quelle che all’inizio sembrano dettagli insignificanti ma che poi, col senno di poi, diventano la chiave per capire tutto. Molti segnali erano già stati rilevati decenni fa. E ora, con gli occhi nuovi delle tecnologie moderne, eccoli lì, in bella vista.

Come raccontato da Scenari Economici, gli scienziati ora ipotizzano che più laghi siano collegati a un unico serbatoio sotterraneo di magma. Se fosse davvero così, allora il livello di un lago potrebbe salire o scendere insieme a quello di un altro. Una specie di sistema idraulico vulcanico gigante. Una scoperta affascinante, che non solo riscrive ciò che sapevamo sulla luna, ma anche su come interpretare le dinamiche geologiche degli altri mondi.

Io (NASA SSE foto) - www.aerospacecue.it
Io (NASA SSE foto) – www.aerospacecue.it

Una faccenda bollente

C’è questa luna di Giove, si chiama Io, che non è nuova agli scossoni. Letteralmente. La sonda Juno della NASA ci ha mandato immagini spettacolari: oltre 40 laghi di lava attivi, alcuni larghi anche 100 chilometri. Roba enorme, molto più grande dei nostri laghetti di magma terrestri. A guidare l’analisi è stato Alessandro Mura, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, e quello che lui e il suo team hanno visto è davvero notevole.

Io è un corpo celeste schiacciato e stiracchiato dalla forza gravitazionale di Giove e delle sue lune sorelle. Questo stress continuo, a quanto pare, scalda l’interno del satellite al punto da mantenerlo vulcanicamente attivo. La cosa era già saltata fuori nel 1979 grazie a Voyager VI, ma all’epoca era solo un accenno. Ora invece, con dati pubblicati sul Journal of Geophysical Research, il quadro è chiaro: laghi di lava ai margini più caldi, croste solide al centro, e una superficie tutt’altro che tranquilla.