Il Sole sta impazzendo completamente | Gli studi sono terrificanti: se continua così è la fine
Superficie del sole e pericoli (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Un’esplosione solare potrebbe sconvolgere il pianeta in pochi minuti: scienziati e agenzie spaziali si preparano al peggio.
Negli ultimi anni si parla sempre più spesso di come il Sole influenzi la nostra vita, ma non nel senso poetico del termine. Parliamo proprio di energia, radiazioni, picchi di attività. Insomma, roba seria. La verità è che viviamo in un’epoca in cui basta un’anomalia là fuori per far tremare tutto qua giù. E no, non è solo fantascienza: è qualcosa che le agenzie spaziali stanno osservando con una certa… ansia, diciamo.
Già, perché il nostro amico Sole, oltre a scaldarci, può anche diventare parecchio instabile. Gli scienziati ormai ci tengono d’occhio ogni suo movimento, e non solo per curiosità. Le sue “bizze” possono mettere a rischio infrastrutture su cui poggia l’intero pianeta, tipo satelliti, connessioni, reti elettriche. Tutto quello che usiamo senza pensarci, in pratica.
Il punto è che, anche se il Sole sembra lontano, una sua esplosione potrebbe avere effetti catastrofici sulla Terra. Alcuni esperti dicono che uno scenario simile potrebbe verificarsi da un momento all’altro. È una questione di quando, non di se. Il problema? Non siamo esattamente preparati.
E qui entra in gioco un’altra questione: la reazione umana. Non basta avere i satelliti più avanzati o le previsioni super precise. Se non siamo in grado di prendere decisioni rapide e giuste sotto pressione, rischiamo grosso. Insomma, tra rischio calcolato e totale blackout, il confine può essere davvero sottilissimo. E a quel punto, l’incertezza regna sovrana.
Quando il peggio diventa realtà
Proprio per questo, l’ESA ha deciso di fare un esperimento tosto, anzi, il primo del suo genere: una simulazione estrema. Si è svolta nel centro operativo di Darmstadt, e lo scopo era mettere alla prova tutto: sistemi, persone, procedure. Hanno ricreato, passo dopo passo, quello che succederebbe se il Sole davvero impazzisse.
Tutto comincia con un brillamento solare di classe X, boom, in otto minuti la Terra è già colpita. Radar fuori uso, sistemi di tracciamento in tilt. Poi, come se non bastasse, arrivano le particelle cariche che mandano in crisi i sensori dei satelliti. Falsi segnali, blackout di dati, rischio danni permanenti. Ma il colpo di grazia arriva più tardi, circa 15 ore dopo: un’espulsione di massa coronale deforma il campo magnetico terrestre. Risultato? L’atmosfera si gonfia e i satelliti rischiano di scontrarsi tra loro per via delle orbite impazzite. E non finisce qui.

Il dilemma senza soluzioni perfette
Il momento più delicato della simulazione? Quando gli operatori devono decidere se spegnere o meno i satelliti. E qui si entra nel vivo: li spegni e perdi comunicazioni vitali, oppure li lasci accesi rischiando di bruciarli? Non c’è una risposta giusta. E, come ha detto Thomas Ormston (vice della missione Sentinel-1D), si tratterebbe solo di contenere i danni.
Come riporta Everyeye Tech, citando l’ESA, le conseguenze di una supertempesta simile sarebbero devastanti: crollo delle reti, GPS ko, blackout elettrici su scala continentale. Ed è proprio per questo che l’Europa punta tutto su una nuova missione: Vigil, in arrivo nel 2031. Un satellite verrà piazzato in un punto strategico tra Sole e Terra, per guadagnare qualche ora preziosa. E forse, chissà, riusciremo almeno ad avvisarci in tempo.
