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Questo progetto spaziale minaccia il nostro Pianeta | Sono tutti contro: 4000 specchi nello Spazio distruggerebbero tutto

Specchi nello spazio

Specchi nello spazio (Canva-Pixabay foto) - www.aerospacecue.it

Siamo tutti riguardati estremamente da vicino da questa potenziale problematica. Ecco quali sviluppi dobbiamo attenderci da qui all’imminente futuro

Le principali motivazioni che spingono la comunità scientifica ad operare mediante specifiche missioni sono da ricercare nella volontà di ampliare le conoscenze a disposizione degli esperti, approfondire quello che è stato il passato evolutivo del nostro Sistema e dell’intero Universo.

Le differenti regioni spaziali sono realmente ricche di fenomeni fisici di fatto impossibili anche solo da osservare sulla Terra, che per essere approfonditi necessitano di una visita maggiormente accurata, obbligando all’utilizzo di sistemi come lander o rover.

Ciascun corpo celeste possiede le proprie caratteristiche, dal punto di vista geologico, così come della composizione, correlate direttamente alla storia e ai passaggi che l’hanno contornata: apprendere informazioni in più è fondamentale per capire quali di questi potrebbero rivelarsi come candidati ad ospitare forme di vita.

Ma naturalmente anche l’ambito tecnologico trova terreno fertile nel corso delle varie esplorazioni che riguardano aree del Sistema distanti dalla Terra: sviluppare i nuovi sistemi e metterli in pratica, prima di procedere all’effettivo impiego, è possibile nel corso di simulazioni spaziali.

Un’idea a dir poco rivoluzionaria

Daily Galaxy racconta del progetto estremamente futuristico che la startup californiana Reflect Orbital si sta concretamente impegnando nel portare a termine, in modo sicuramente molto ambizioso, ma dando adito anche a parecchie critiche. Il motivo? Fondamentalmente l’obiettivo è quello di portare la luce solare ad illuminare il Pianeta Terra anche dopo che la stella è tramontata, e a regnare dovrebbe essere soltanto il buio.

Lo strumento che renderebbe possibile ciò è altrettanto incredibile, trattandosi di una schiera, un vero e proprio arsenale, di specchi spaziali in orbita bassa capaci di riflettere la luce solare verso il nostro Pianeta, producendo un prolungamento diretto delle ore di luce, in modo tale che gli enormi consumi ai quali siamo costretti a far fronte per usufruire dell’energia elettrica arrivino a diminuire, sostenendo contemporaneamente anche l’agricoltura e le attività urbane più in generale.

L'ambizioso progetto
L’ambizioso progetto (Reflect Orbital foto) – www.aerospacecue.it

Come metterlo in pratica?

Molti di voi staranno, giustamente, pensando che un’azione di questa portata sarebbe impossibile da raggiungere potendo contare su un unico specchio. Ed infatti si vocifera che saranno esattamente 4.000 a costituire il perno centrale su cui troverà basamento il progetto EARENDIL-1. Ciascuno di questi 4.000 strumenti possiede circa 18 metri per ogni lato e la loro disposizione avverrà in orbita sincrona al Sole, poiché capace, sfruttando proprio tale metodo, di favorire una luminosità simile a quella della Luna, non, quindi, aggressiva come tutti ce la potremmo aspettare.

Chi sta provando a schierarsi “di traverso” rispetto a tale iniziativa sono soprattutto gli ambientalisti, il cui punto di vista viene tutt’altro che declinato dagli astronomi: ambedue le categorie indicano le possibili controindicazioni nel merito dell’osservazione del cielo e dei suoi fenomeni, nonché per gli ecosistemi terrestri, perché i ritmi circadiani degli esseri umani e le abitudini della fauna notturna verrebbero alterate, senza possibilità di invertire la rotta, come evidenziato anche da Robert Massey della Royal Astronomical Society, che sostiene il potenziale inquinante nei confronti del cielo che tale iniziativa arriverà a comportare.