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Siamo circondati dagli alieni e nessuno lo ammette | Rivelazione scioccante dello scienziato: sono più vicini di quanto immaginassimo

Gli alieni ci circondano

Gli alieni ci circondano (Freepik foto) - aerospacecue.it

Le parole dell’esperto hanno lasciato tutti col fiato sospeso. Ormai potrebbero aver raggiunto un punto di non ritorno: l’unico obiettivo è raggiungerci

Sebbene non esista alcuna prova scientifica a sostegno della tesi che inquadra la venuta degli alieni sul Pianeta Terra, in molti continuano ad esprimersi con toni di preoccupazione, dando per scontato che il “contatto” sia già avvenuto.

Tenendo fede, però, alle principali agenzie spaziali governative del globo, a partire dalla europea ESA, passando per la statunitense NASA e per gli organi ad essa connessi, come il Pentagono degli Stati Uniti d’America, questa eventualità è tutt’altro che da considerare come cosa fatta.

Persino la NASA stessa, a dirla tutta, ha voluto cercare di andare in fondo alla questione, istituendo una branca di studio specificamente dedicata agli Unidentified Anomalous Phenomena, fenomeni nel cielo apparentemente inspiegabili.

Luci insolite, oggetti che assumono traiettorie strane, o, peggio, che proiettano elementi a dir poco bizzarri. Ad una prima scansione queste manifestazioni possono risultare effettivamente inspiegabili, ma d’altra parte non è mai stato possibile certificare che si trattasse di segni indicanti la presenza di alieni nelle vicinanze terrestri.

L’esame della coscienza aliena

Il biologo sintetico e dello sviluppo presso la Tufts University in Massachusetts, Michael Levin si è occupato di approfondire le più tradizionali definizioni rispetto al concetto di intelligenza, secondo lui definite eccessivamente limitate e persino incapaci di riconoscere la varietà di forme cognitive, altresì menzionate con il nome di “menti aliene”, esistenti in natura. La sua ricerca ha esplorato, nello specifico, il ruolo della bioelettricità nella cognizione, la creazione di biobot a partire da cellule umane e animali, e la possibilità che forme di intelligenza non convenzionali riescano ad emergere, tanto nel mondo biologico, allo stesso modo che in quello artificiale.

Non è un caso che il ricercatore, per sua stessa ammissione, sia da sempre stato affascinato dall’elettronica e dalla biologia, a tal punto da ricercare con ogni mezzo a sua disposizione la “scienza della diversità cognitiva“, per la quale la cognizione viene considerata esattamente come un fenomeno che può essere distribuito su uno spettro, e non relegandolo esclusivamente a organismi complessi, quale l’essere umano.

Ricerca degli alieni
Ricerca degli alieni (Pixabay foto) – www.aerospacecue.it

Una posizione netta e criticata

Levin sostiene che l’approccio ingegneristico sia fondamentale, entrando nel merito della questione: non c’è tanto bisogno di chiedersi cosa la coscienza effettivamente sia o rappresenti, ma, ancor prima, bisognerebbe apprenderne il funzionamento e la capacità di differenti strumenti di interagirvi. Rispetto a questa netta posizione, diversi biologi molecolari si sono espressi con toni polemici, criticando, in particolar modo, l’uso di concetti mentali in un campo dominato essenzialmente dalla chimica.

Non diverso l’approccio degli organicisti, i quali, addirittura, si sono esposti accusando Levin di “ridurre la vita a una macchina“. Ovviamente, la replica del diretto interessato non è mancata in nessuna occasione: l’approccio da lui stesso messo in campo non è affatto filosofico, bensì empirico. Ed è per questo che al fine di comprendere sistemi biologici complessi, bisogna relazionarsi alla mente e alla vita in quanto fenomeni osservabili e manipolabili, e non come misteri imperscrutabili. Lo scrive Esquire.