La sentinella europea nello Spazio è pronta | L’ESA la sta per lanciare: un evento irripetibile
Illustrazione del lancio (ESA foto) - www.aerospacecue.it
Un nuovo satellite europeo è pronto al decollo: alta tecnologia, collaborazione internazionale e grandi aspettative.
La Guyana Francese sta per tornare sotto i riflettori. Sì, perché da lì, tra foreste e silenzio tropicale, stanno per partire chilometri di ambizione e innovazione europea. Il cielo sarà protagonista, ma questa volta non si tratta solo di tecnica o spettacolo: è in gioco qualcosa di più profondo, come l’indipendenza spaziale del vecchio continente, ormai diventata un obiettivo concreto, non solo una bella idea da conferenza.
Oggi più che mai, le immagini dallo spazio sono diventate essenziali. Ci raccontano cosa succede sulla Terra con una precisione incredibile. Frane, incendi, movimenti del terreno, tutto può essere tracciato quasi in tempo reale. Però — ed è qui il punto — per farlo serve una rete di satelliti attivi, coordinati e soprattutto aggiornati. Non basta averli in orbita: devono essere efficienti. Altrimenti, i dati rischiano di arrivare tardi, o peggio, non arrivare affatto.
Negli ultimi anni, l’Europa ha iniziato a spingere forte sull’acceleratore spaziale. Non è più solo una corsa tra Stati Uniti e Cina. Anche da questa parte del mondo si costruiscono strategie e si lanciano missioni che mirano a garantire continuità, accesso ai dati e — diciamolo — un po’ di orgoglio tecnologico. E tutto questo senza dimenticare che, dietro ogni lancio, ci sono decine di aziende, tecnici, scienziati che collaborano per portare a termine progetti davvero ambiziosi.
Ed eccoci qui. C’è qualcosa in arrivo. Qualcosa che, a dire il vero, è stato pianificato per anni. Non si tratta solo di un satellite, ma di un elemento fondamentale che potrebbe cambiare parecchio, soprattutto per chi lavora con dati radar ad alta definizione. E non è un’esagerazione.
Nuove orbite, vecchi obiettivi
Segnatevi la data: 4 novembre 2025, ore 22:02 italiane. Da Kourou, in Guyana Francese, decollerà un nuovo satellite europeo, come riporta Astrospace: Sentinel-1D. Sarà imbarcato sul terzo volo commerciale di Ariane 6 (VA265, se vi piacciono i nomi in codice) e andrà a prendere posto in un’orbita solare sincrona a 693 km di altezza. Fa parte del programma Copernicus, realizzato dalla Commissione Europea in collaborazione con l’ESA, e — ecco ci siamo — riporterà la costellazione radar al suo pieno potenziale.
Affiancherà Sentinel-1C, che è operativo dal 2024, e sostituirà l’ormai stanco Sentinel-1A, in orbita da oltre dieci anni. Perché è importante? Beh, con l’accoppiata 1C + 1D si torna a una frequenza di rivisita di sei giorni, fondamentale per avere immagini sempre aggiornate. Dopo il guasto del 1B nel 2022, la rete era un po’ zoppa — diciamolo — e serviva un rinforzo serio per tornare a pieno regime. Questo è quel rinforzo.

Radar di nuova generazione e occhi sempre aperti
Sentinel-1D non è solo una copia aggiornata. È un vero e proprio passo avanti. Ha un radar ad apertura sintetica (SAR) in banda C — ok, magari suona tecnico, ma significa che può osservare il pianeta giorno e notte, con qualsiasi meteo. Nuvole, pioggia, nebbia? Nessun problema. Ha anche quattro modalità di osservazione e può passare da una risoluzione di 5 a 40 metri, in base a cosa serve. Ah, e integra anche l’AIS, per monitorare le navi in mare aperto. Sì, anche quelle più sperdute.
Ma la vera chicca è il supporto completo ai sistemi GNSS, inclusi Galileo e GPS. Questo migliora la precisione dell’orbita e, di conseguenza, la qualità delle immagini. Il satellite è stato realizzato da un team europeo di circa 60 aziende, guidato da Thales Alenia Space, con Airbus che ha fornito il radar e Leonardo che ha messo a bordo i sensori stellari e le unità di potenza. Un lavoro corale, per una missione chiave.
