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Il radiotelescopio “spia” dell’era Apollo è in vendita: PARI apre a nuovi partner

Un cimelio della corsa allo spazio è in vendita: quanto costa un mezzo che fa parte della storia dell’umanità?

Ci sono strumenti, invenzioni e macchinari che segnano un’epoca. Per esempio, si pensi al treno al vapore oppure al telefono, elementi che una volta diventati d’uso comune hanno profondamente trasformato la società umana.

Nelle montagne dell’Appalachia, negli Stati Uniti, nel cuore della Pisgah National Forest nel North Carolina, sorge un luogo che custodisce un frammento poco noto della storia spaziale americana. Qui, su un terreno di quasi 200 acri vicino a Rosman, due enormi antenne radio da 26 metri puntano verso il cielo, pronte a captare i segnali provenienti dai veicoli spaziali in orbita.

Costruita nel 1962 con un investimento di cinque milioni di dollari, la struttura nacque come parte del programma NASA Space Tracking and Data Acquisition (STADAN), divenendo una delle più avanzate stazioni di tracciamento al mondo. Addirittura, venne usata durante la Guerra Fredda per spiare i satelliti sovietici.

Dal 1998, il sito è di proprietà privata e ha preso il nome di Pisgah Astronomical Research Institute (PARI). In questi decenni, l’istituto ha offerto programmi educativi, campi estivi e serate dedicate all’osservazione delle stelle, diventando un punto di riferimento per la divulgazione scientifica. Tuttavia, un nuovo capitolo sembra aprirsi: nell’agosto scorso la struttura è comparsa sul mercato immobiliare per 30 milioni di dollari, suscitando grande curiosità tra media e appassionati.

La situazione del PARI e del radiotelescopio

Dietro l’annuncio della vendita la realtà è più complessa di quanto sembri. Come ha spiegato il direttore dell’educazione PARI Tim Delisle al sito Space.com, l’organizzazione non intende cedere completamente il sito né interrompere le proprie attività. L’obiettivo è piuttosto trovare un partner o acquirente parziale che condivida la missione dell’istituto, sostenendo la sua opera di divulgazione e ricerca scientifica.

Delisle sottolinea che PARI cerca qualcuno che possa rafforzare e completare le attività già in corso: un investitore interessato alla scienza, alla tecnologia e all’educazione, non un semplice speculatore immobiliare. “Non vogliamo che questo luogo diventi un complesso di ville di lusso”, ha dichiarato con fermezza.

PARI, si apre a possibilità di partnership (Space.com) – AerospaceCUE

Il futuro tra educazione e nuove partnership

La sfida principale rimane il finanziamento aggravato dalla pandemia di Covid-19 che ha fermato temporaneamente i programmi educativi. Tuttavia, Delisle resta ottimista: il futuro potrebbe passare attraverso collaborazioni con il settore privato spaziale, in forte espansione. Un’alleanza con un’azienda interessata alla ricerca, ai dati o allo sviluppo tecnologico potrebbe garantire la sopravvivenza del centro e il proseguimento della sua missione educativa.

In fondo, l’essenza di PARI rimane quella originaria: ispirare nuove generazioni di scienziati e ingegneri, proprio come ai tempi della corsa allo spazio. Bisognerà vedere se qualche azienda del settore privato spaziale sarà interessata all’opportunità e farà un’offerta per un’eventuale partnership.