Segnali dallo spazio: “Motore caldo”, comunicazione improvvisa, avviso globale I “Ha superato il perielio”: ecco cosa vuol dire
Spettacolare (commons.wikimedia.org International Gemini Observatory) - www.aerospacecue.it
Perielio? Motore caldo? Cosa sta realmente succedendo? Arrivano nuovi segnali dallo spazio e dagli scienziati su questo corpo celeste.
Nel ampio campo dell’astronomia contemporanea, ogni corpo che percorre il nostro Sistema Solare porta una narrazione distintiva, spesso capace di mettere alla prova le nostre comprensioni e stimolare nuove interrogativi.
La scienza spaziale ci ha mostrato che eventi come il perielio, l’accelerazione non dovuta alla gravità e le fluttuazioni di luminosità sono chiavi forniteci per capire la natura degli astri presenti nel cosmo.
È esattamente da questi segnali – la loro analisi e le irregolarità che a volte si presentano – che si originano i casi più dibattuti dell’astrofisica moderna.
E ancora una volta, la scienza ci insegna che le anomalie non devono essere considerate come enigmi, ma piuttosto come opportunità per esplorare ciò che non è ancora noto.
L’ignoto come opportunità
Questo è il caso di 3I/ATLAS, che il 29 ottobre scorso ha raggiunto il suo punto di massimo avvicinamento al Sole (cioè il suo perielio), segnando così una nuova fase nella sua osservazione. Adesso che il corpo celeste si sta allontanando dalla sua luce, iniziano ad essere disponibili i primi dati dopo il fenomeno. Tra questi dati, emerge un’analisi di Avi Loeb da Harvard, il quale ha rilevato un’anomalia nell’accelerazione non causata dalla gravità dell’oggetto. Secondo l’esperto, come evidenziato da Fanpage, tale comportamento potrebbe suggerire l’esistenza di un cosiddetto “motore caldo”.
Nello specifico, Loeb ha diffuso su Medium una nuova analisi fondata sui dati raccolti dal Jet Propulsion Laboratory della NASA e dal Minor Planet Center. Le osservazioni, effettuate tra il 31 ottobre e il 4 novembre, evidenziano un incremento di luminosità di circa cinque volte rispetto al periodo pre-perielio, permettendo così che 3I/ATLAS possa essere osservato anche con telescopi utilizzati da astrofili. Tuttavia, la reale anomalia si trova nella riduzione di circa un terzo del valore di accelerazione non gravitazionale, parametro che normalmente segnala l’esistenza di flussi di gas e polveri causati dalla sublimazione del ghiaccio.
Cometa o “motore”?
Secondo Loeb, questi dati potrebbero indicare una perdita di massa di circa il 13% dell’oggetto, significativo anche per una cometa naturale. Da qui l’ipotesi, ricalcano le fonti: e se l’accelerazione fosse causata non da processi fisici spontanei, bensì da un meccanismo controllato, simile a quello di un propulsore artificiale? Il “motore caldo”, in effetti, descriverebbe un sistema in grado di espellere gas a elevate velocità, limitando la perdita di massa e generando un’accelerazione indipendente.
La comunità scientifica, tuttavia, rimane unanime nel classificare 3I/ATLAS come cometa interstellare naturale, sebbene presenti caratteristiche insolite che rendono la sua analisi utile. Nel corso dei prossimi mesi, le osservazioni effettuate dai grandi telescopi, sia terrestri che spaziali, forniranno chiarimenti definitivi sulla questione.
