Home » Si è risvegliata: allarme cosmico, la Nova più vicina alla Terra si accende in Cielo, può esplodere nel 2026

Si è risvegliata: allarme cosmico, la Nova più vicina alla Terra si accende in Cielo, può esplodere nel 2026

Illustrazione di T Coronae Borealis (NASA foto) - www.aerospacecue.it

Illustrazione di T Coronae Borealis (NASA foto) - www.aerospacecue.it

Una vecchia nova, silenziosa da decenni, potrebbe presto tornare a illuminare il cielo con un’esplosione visibile a occhio nudo.

Ci sono fenomeni lassù che non fanno rumore, che se ne stanno nascosti per anni – a volte secoli – e poi, all’improvviso, decidono di farsi notare. Non è una questione di caso, né di fortuna. È come se qualcosa stesse aspettando il momento giusto per… esplodere (non in senso figurato). Alcuni eventi celesti, quelli davvero rari, si presentano solo una manciata di volte per generazione. E forse uno di questi è proprio dietro l’angolo.

Ultimamente, ci sono stati segnali strani. Piccole variazioni, impercettibili per chi guarda distrattamente il cielo, ma sufficienti a far drizzare le antenne agli astronomi. C’è una zona, là in alto, che sembra meno tranquilla del solito. È come se stesse covando qualcosa. Nessun allarme, eh. Però la sensazione è quella di un’attesa che si fa sempre più intensa. Un’attesa che riguarda una stella particolare.

Il bello (o il misterioso) è che tutto questo era stato previsto. Non in modo certo, ovvio, ma qualcuno ci stava lavorando da tempo, studiando ogni minima variazione. Non è che queste cose accadano tutti i giorni, quindi quando succedono – o stanno per succedere – meglio essere pronti. E pare che questa volta il tempismo stia giocando a favore degli studiosi, con dati sempre più intriganti che continuano ad accumularsi.

Nel frattempo, chi si occupa di questi fenomeni non sta con le mani in mano. I telescopi sono puntati, i modelli teorici aggiornati, e c’è chi ha cominciato a simulare l’evento con un livello di dettaglio pazzesco. Tra questi, un team dell’Inaf di Palermo che ha messo su delle simulazioni 3D super avanzate. Il loro obiettivo? Capire cosa succederà nel sistema stellare in questione e prepararsi per l’eventuale “spettacolo”.

Una mappa invisibile nel tempo

Dai primi risultati, sembra che qualcosa stia effettivamente cambiando, come riporta Media Inaf. La stella coinvolta (cioè… il sistema stellare, per essere precisi) sta mostrando segni di risveglio. Alcuni dati raccolti suggeriscono che la luce che emette sta variando in modo significativo, e non solo: ci sono tracce anche ad alte energie, tipo nei raggi X. Insomma, qualcosa si sta muovendo.

Il gruppo di ricerca, coordinato da Salvatore Orlando, ha provato a ricostruire tutto in 3D – un lavoro enorme. Hanno modellato l’ambiente attorno alle due stelle, tenendo conto del materiale, del disco che si forma e di tutti quei dettagli tecnici che… beh, fanno la differenza. Il risultato è una previsione realistica di come si propagherà l’esplosione, e soprattutto di come si presenterà l’emissione X, fase dopo fase.

Illustrazione di esplosione di Nova (S. Orlando - Inaf di Palermo foto) - www.aerospacecue.it
Illustrazione di esplosione di Nova (S. Orlando – Inaf di Palermo foto) – www.aerospacecue.it

Una vecchia conoscenza pronta a tornare

Ora sì, possiamo dirlo: la protagonista di tutta questa storia è T Coronae Borealis. Una nova ricorrente, cioè un sistema stellare che ogni tanto esplode – in modo abbastanza spettacolare. Si trova a circa tremila anni luce da noi ed è la più vicina del suo genere. È già esplosa nel 1866 e nel 1946. Due date, 80 anni di distanza… e ora siamo nel 2025.

Il meccanismo è affascinante: una nana bianca ruba materia alla sua compagna, una gigante rossa. Quando ha accumulato abbastanza materiale, scatta una reazione termonucleare e… boom! Un’eruzione che può essere visibile anche a occhio nudo. E gli ultimi dati – raccolti anche con un telescopio automatico dell’Inaf – indicano che tutti gli ingredienti stanno tornando al loro posto. Forse – e sottolineo forse – manca davvero poco.