Missioni spaziali

Missione Artemis 4: un astronauta tedesco sarà il primo europeo a volare verso la Luna

Per la prima volta nella storia, un astronauta europeo parteciperà a una missione lunare: il tedesco Alexander Gerst o Matthias Maurer volerà con Artemis 4.

Un nuovo capitolo per l’Europa nello spazio profondo

Per la prima volta nella storia dell’esplorazione spaziale, un astronauta europeo prenderà parte a una missione lunare. La conferma è arrivata durante il Consiglio Ministeriale dell’ESA (European Space Agency), tenutosi a Brema il 27 novembre 2025. Secondo quanto annunciato dal Direttore Generale Josef Aschbacher, un astronauta tedesco volerà con Artemis 4, la quarta missione con equipaggio del programma lunare NASA, in programma per il 2028.

Questa partecipazione rappresenta un traguardo storico per l’ESA, che grazie al contributo tecnico e finanziario ai programmi lunari americani, ha ottenuto tre posti garantiti sulle missioni Artemis. Il primo di questi sarà occupato da un astronauta della Germania, in quanto nazione con il più ampio contributo economico al bilancio dell’agenzia europea.

Germania in prima linea: tecnologie e contributi all’esplorazione lunare

La scelta della Germania non è solo simbolica. L’industria tedesca è da anni un attore chiave nella realizzazione del programma Artemis, in particolare per lo sviluppo del European Service Module (ESM) della capsula Orion. Prodotto da Airbus Defence and Space a Brema, l’ESM fornisce propulsione, gestione termica, energia elettrica e supporto vitale per l’equipaggio durante i viaggi verso la Luna.

Oltre all’ESM, l’Europa partecipa anche alla costruzione di elementi del Lunar Gateway, la futura stazione spaziale in orbita lunare. I moduli principali sono in fase di sviluppo da parte di consorzi industriali francesi e italiani, e proprio in virtù di questi contributi strategici, ESA ha potuto negoziare la presenza dei propri astronauti a bordo delle missioni Artemis 4 e 5.

I candidati tedeschi: Alexander Gerst e Matthias Maurer

Attualmente, i due astronauti in cima alla lista dei candidati per la missione Artemis 4 sono Alexander Gerst e Matthias Maurer, entrambi veterani di missioni a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS).

Alexander Gerst, 49 anni, ha accumulato 362 giorni nello spazio durante due missioni di lunga durata (nel 2014 e 2018), di cui una come comandante della ISS. Ha inoltre effettuato numerose attività extraveicolari (EVA), acquisendo un’esperienza operativa essenziale per missioni oltre l’orbita terrestre.

Matthias Maurer, 55 anni, ha volato una volta sulla ISS nel 2021 per 176 giorni, durante i quali ha condotto una passeggiata spaziale e numerosi esperimenti scientifici. Entrambi fanno parte del corpo attivo degli astronauti ESA, e la scelta finale dipenderà da criteri operativi, di salute e pianificazione.

Artemis 4: profilo missione e obiettivi tecnici

Artemis 4 sarà la prima missione del programma a utilizzare il nuovo Gateway Lunar Outpost come punto di transito. Il profilo prevede:

  • Il lancio del razzo Space Launch System (SLS) Block 1B con il modulo abitativo I-Hab integrato;
  • L’attracco alla stazione Gateway in orbita cislunare;
  • Una permanenza prolungata per installazione di infrastrutture e test di sistemi di supporto alla vita;
  • Eventuali attività EVA per manutenzione e operazioni extraveicolari sperimentali.

Il modulo I-Hab, sviluppato dall’ESA in collaborazione con la JAXA (l’agenzia spaziale giapponese), fungerà da elemento abitativo permanente della stazione. Sarà anche la prima struttura europea a operare in orbita lunare stabile.

L’Europa oltre l’orbita bassa: un salto tecnologico e simbolico

Finora, nessun astronauta europeo ha viaggiato oltre la bassa orbita terrestre (LEO). Le missioni degli anni ’90 con lo Space Shuttle e quelle più recenti sulla ISS si sono sempre svolte entro i 500 km dalla superficie. Con Artemis 4, un astronauta dell’ESA compirà un volo di oltre 360.000 km verso la Luna, aprendo una nuova era per l’Europa nello spazio profondo.

Come dichiarato dalla Ministra tedesca per la Ricerca, la Tecnologia e lo Spazio, Dorothee Bär, si tratta di una missione che “cambierà la percezione dell’Europa nello spazio”, offrendo per la prima volta a un europeo la possibilità di vedere la Terra come un corpo celeste completo, nel suo insieme.

Artemis 5 e oltre: possibilità per Francia e Italia

Dopo Artemis 4, è previsto che Francia e Italia vedano rappresentati i propri astronauti nelle successive missioni. In particolare, tra i candidati per Artemis 5 troviamo:

  • Thomas Pesquet (Francia), con due missioni ISS e 397 giorni nello spazio;
  • Samantha Cristoforetti (Italia), anch’ella con due missioni e numerose EVA;
  • Luca Parmitano (Italia), esperto di attività extraveicolari e comandante ISS nel 2019.

ESA prevede inoltre di includere giovani astronauti della nuova generazione, tra cui Sophie Adenot (Francia) e Nicola Winter (Germania), a cui saranno affidate missioni ISS propedeutiche in vista di futuri voli lunari con Artemis 6 e successive.

Il ruolo dell’Europa nel programma Artemis

L’integrazione europea nel programma Artemis è regolata da accordi multilaterali tra ESA e NASA, che prevedono contributi industriali in cambio di accesso garantito allo spazio profondo. Tra i principali asset europei nel programma:

  • Il modulo di servizio europeo (ESM) per Orion, realizzato da Airbus;
  • Il modulo abitativo I-Hab per il Lunar Gateway;
  • Il lander lunare cargo Argonaut, in fase di sviluppo per future consegne sulla superficie lunare;
  • Il modulo ESPRIT per la comunicazione e il rifornimento del Gateway.

Con il completamento del sesto ESM previsto nel 2030, ESA valuta opzioni per estendere la collaborazione oltre Artemis 6, includendo moduli futuri o accordi su missioni commerciali sostitutive del SLS-Orion.

Implicazioni strategiche e scientifiche per l’Europa

La partecipazione attiva alle missioni Artemis rappresenta un’occasione senza precedenti per rafforzare l’autonomia scientifica e industriale dell’Europa nello spazio profondo. I benefici attesi includono:

  • Accesso a dati scientifici inediti su fisiologia umana oltre la LEO;
  • Sviluppo di tecnologie di habitat pressurizzati, supporto vitale e radioprotezione;
  • Espansione delle competenze industriali europee nei settori avionici, robotici e propulsivi;
  • Leadership nella gestione di missioni interplanetarie in cooperazione con partner internazionali.

In prospettiva, le conoscenze acquisite con Artemis potranno supportare future iniziative europee di esplorazione autonoma della Luna, comprese missioni con lander robotici e moduli abitati sotto egida ESA.

Dalla LEO alla Luna, un passo epocale per l’Europa

L’annuncio della partecipazione di un astronauta tedesco alla missione Artemis 4 rappresenta molto più di un riconoscimento simbolico: è un segnale concreto della maturità scientifica, tecnologica e diplomatica dell’Europa nello scenario dell’esplorazione spaziale globale.

Per la prima volta, un europeo vedrà la Terra da 360.000 km di distanza, parteciperà a operazioni in orbita lunare e contribuirà attivamente a costruire le infrastrutture che permetteranno all’umanità di tornare, stabilmente, sulla Luna. Un salto generazionale che segna l’inizio di una nuova fase della presenza europea nello spazio profondo.