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L’Europa risorge dalla cenere come la Fenice | Ridotto il gap spaziale con gli USA, ma serviva una scossa privata

Europa

Il balzo decisivo dell'Europa (Canva-Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Il Vecchio Continente continua a farsi strada nella scena aerospaziale. Il suo apporto è in grado di rivelarsi determinante a livello internazionale

L‘Europa ricopre un ruolo d’indubbia importanza nel panorama aerospaziale globale, che non accenna, specie nel corso delle stagioni più recenti, a voler interrompere la sua crescita e il suo progresso.

L’agenzia di riferimento è sicuramente l’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, ma ciascuno stato possiede un ente rappresentante a livello nazionale, come nel caso della nostrana ASI.

L’importanza dell’ESA è cruciale nella conduzione di ricerche scientifiche e piani di esplorazione spaziale, collaborando anche con la NASA per il raggiungimento di ambiziosi obiettivi.

Questa agenzia ha anche profuso il proprio impegno nella costruzione di modelli per la Stazione Spaziale Internazionale, contribuendo sul piano della cooperazione internazionale tra differenti Stati.

Un evento di straordinaria importanza

Con il primo volo di Phoenix 1, si certifica a tutti gli effetti un traguardo estremamente significativo nell’ambito aerospaziale europeo. La data dello scorso 21 aprile ha rappresentato la reale data di svolta, con il lancio della capsula prototipo sviluppata dall’Atmos Space Cargo, montata a bordo del razzo Falcon 9 di SpaceX. Questo significativo passo rientra nell’ambito della missione Bandwagon-3; l’era delle esplorazioni spaziali private europee è stata finalmente inaugurata, riuscendo ad effettuare delle catture che resteranno nella storia di questo settore, immortalanti la capsula in volo, prima dell’atterraggio e durante il viaggio di ritorno.

La soddisfazione più grande si ritrova nelle parole della co-fondatrice di Atmos, ora chief operating officer dell’agenzia, Marta Olivera, che ha sottolineato l’importanza fondamentale di Phoenix 1, capace di mettere in luce le capacità estremamente competitive del team di lavoro che ha provveduto alla sua implementazione. Olivera ha affermato: “Stiamo anche gettando le basi per un futuro in cui lo spazio sarà accessibile, utilizzabile per test e avrà un impatto significativo sull’innovazione qui sulla Terra.” L’obiettivo di Atmos, d’altronde, è già stato ampliamente dichiarato: offrire ai propri clienti un metodo conveniente, sotto il profilo economico, nell’ambito della logistica spaziale, che permetta lo spostamento di materiali dallo Spazio al Pianeta Terra.

Phoenix 1
Immagine di Phoenix 1 (Atmos Space Cargo foto) – www.aerospacecue.it

Gli ambiziosi obiettivi futuri

Dopo che il lancio si era concretizzato, nel paio d’ore successive, Phoenix 1 ha dato il via alla discesa nell’atmosfera terrestre, mantenendosi in linea d’area nell’estremità sud-orientale della costa brasiliana, sino a compiere il suo definitivo atterraggio a circa 2.000 km di distanza dalla costa carioca, nel pieno Oceano Atlantico. Proprio questa significativa distanza rispetto alla terraferma ha convinto gli scienziati ad evitare di optare per il recupero di tale capsula.

Ciò nonostante, Atmos è stata capace di rilevare una serie di dati fondamentali, soprattutto nel corso della fase di discesa, risultando in grado di effettuare anche esperimenti scientifici, certificando ancora maggiormente il successo significativo di tale missione. Ancor di più pensando che lo sviluppo della capsula Phoenix 1 è avvenuto nel corso di neanche 12 mesi; ma Atmos Space Cargo non è di certo intenzionata ad arrestarsi qui, avendo già in cantiere l’ultimazione della realizzazione di Phoenix 2, il cui lancio inaugurale è stato già fissato nel corso del 2026, come riportato dal suo sito ufficiale.