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Altro che asteroidi, il pericolo è sovietico | Sta precipitando sulla Terra: non si sa ancora dove, ma l’impatto sarà una catastrofe

Satellite in rotta di collisione (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Satellite in rotta di collisione (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Dallo spazio non arrivano solo meteoriti: stavolta è un pezzo di storia sovietica a mettere in allarme, ecco perché. 

Ogni tanto dimentichiamo quanto sia affollato il cielo sopra di noi. Non solo stelle e satelliti, ma anche un’infinità di oggetti lasciati lì, sospesi, come se lo spazio fosse una specie di soffitta dimenticata. C’è di tutto: rottami di vecchi razzi, sonde mai arrivate a destinazione, pannelli solari rotti. E a volte, qualcosa decide di tornare giù.

La Terra è circondata da quello che gli esperti chiamano orbita bassa, un’area ormai affollatissima dove tecnologia e rifiuti convivono in un equilibrio precario. Alcuni di questi “detriti” non sono nemmeno tanto piccoli o innocui. Alcuni, anzi, sono vere e proprie capsule blindate, costruite per sopravvivere a tutto. Anche al tempo.

E quando uno di questi pezzi decide di fare ritorno verso casa, beh, la faccenda si fa interessante. Non perché sia la prima volta, ma perché stavolta parliamo di un oggetto vecchio, grosso e, diciamolo, un po’ inquietante. Un promemoria volante che ci ricorda quanto sia complicato gestire tutto ciò che abbiamo spedito lassù.

Non è un meteorite, non è una nuova missione spaziale finita male. Stavolta il pericolo – chiamiamolo così – ha origini ben più storiche. E più umane. Una specie di reliquia sovietica che, dopo più di cinquant’anni, ha deciso di fare ritorno.

Sta tornando un pezzo dell’ex URSS

Si chiama Cosmos 482 ed è una capsula lanciata nel 1972 dai sovietici, all’epoca dell’esplorazione spaziale verso Venere. L’obiettivo era ambizioso, ma qualcosa andò storto – un guasto subito dopo il lancio – e così l’oggetto rimase bloccato in orbita bassa. Da allora, ha girato silenziosamente attorno alla Terra. E adesso, contro ogni aspettativa, sta per rientrare.

Quello che la rende particolarmente pericolosa è la sua struttura. Non è una lattina vuota: è una capsula pesante, quasi mezza tonnellata, fatta per resistere all’atmosfera velenosa di Venere. Tradotto: può tranquillamente superare il calore del rientro nell’atmosfera terrestre senza disintegrarsi. O almeno, in buona parte. E anche se la sua velocità calerà parecchio (da oltre 27.000 km/h a circa 240 km/h), l’impatto – se dovesse avvenire a terra – non sarebbe affatto piacevole. Ma c’è un altro motivo per cui il pericolo è alto.

Impatto con la Terra (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Impatto con la Terra (Depositphotos foto) – www.aerospacecue.it

Impatto previsto nei prossimi giorni, ma dove?

Stando a quanto riportato da MeteoLive.it, la finestra temporale per il rientro è tra il 7 e il 13 maggio, con un picco di probabilità attorno al giorno 10. Ma il vero problema è che nessuno sa dove cadrà. O meglio: si può stimare una zona, ma l’incertezza resta altissima fino all’ultimo momento, per via della velocità orbitale e delle variazioni atmosferiche che ne influenzano la traiettoria.

La zona a rischio? Praticamente mezza Terra. Il tratto compreso tra i 51 e i 52 gradi di latitudine Nord e Sud include una marea di paesi: dal Canada al Sudafrica, dall’Australia alla Grecia. Comunque sia, il rientro di Cosmos 482 non è solo un fatto curioso. È un campanello d’allarme sulla gestione dei detriti spaziali. Un promemoria che, dopo decenni di lanci e missioni, quello che abbiamo lasciato lassù inizia a tornare giù. E non sempre dove vorremmo.