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Alieni, si trovano su Marte e ci sono le prove | La NASA le tiene nascoste: li hanno fotografati

Alieni su Marte?

Alieni su Marte? (Canva-Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

E se la NASA fosse in possesso di elementi a testimonianza dell’esistenza di alieni su Marte? L’umanità ne sarebbe all’oscuro

Una delle domande più persistenti per il genere umano, contemporaneamente in grado di affascinare e spaventare coloro i quali cominciano ad incespicarsi in questa discussa teoria.

Stiamo parlando dell’esistenza di forme di vita aliene, i così detti extraterrestri, che abiterebbero pianeti del Sistema Solare e dell’intero Universo differenti rispetto alla nostra Terra.

Attualmente non è possibile confutare prove scientifiche, dimostrate e certe, che vadano ad indicare una simile possibilità, ma in molti si sono interessati alle differenti testimonianze rilasciate da civili e non soltanto.

In diversi, ad esempio, sostengono di aver visto oggetti volanti non ben identificabili, classificabili perciò nella categoria degli UFO, solcare il cielo in modo bizzarro, molto differente rispetto al passaggio di un qualsiasi altro mezzo aereo.

L’impegno dell’agenzia spaziale statunitense

La NASA si è mobilitata in prima persona per cercare di risolvere questo profondo mistero. A partire dal 2018, con l’invio del Rover Curiosity proprio sul territorio marziano, l’agenzia spaziale a stelle strisce è riuscita ad accumulare una serie di informazioni realmente significative, raccogliendo prove potenzialmente determinanti nella direzione di questa affascinante probabilità. A tal proposito, la NASA non si sbilanciò eccessivamente, rendendo pubblico unicamente del materiale visivo che inquadrava un fenomeno presumibilmente riconducibile alla crescita di cristalli.

Tuttavia, il 71enne scienziato Barry DiGregorio si è recentemente fatto promotore di una campana totalmente nuova, secondo la quale l’agenzia governativa abbia già raccolto delle vere e proprie tracce indicanti la presenza di vita aliena su Marte, ostinandosi a volerle tenere nascoste. In particolare, la perplessità di DiGregorio si fonda sulla troppa “negligenza”, nonché sulla volontà da parte della NASA di non condurre indagini adeguate relativamente alle immagini catturate.

Le rocce sospese
Le rocce sospette (Mars-NASA foto) – www.aerospacecue.it

Gli elementi a favore dell’incredibile ipotesi

La versione ufficialmente fornita dalla NASA è che si trattasse di formazioni biogeniche, dunque prodotte da organismi viventi, ma lo scienziato non sembra affatto essere dello stesso avviso: l’ipotesi lanciata da DiGregorio, noto tra l’altro per essere ricercatore onorario presso il Buckingham Centre for Astrobiology, inquadra una maggiore consapevolezza e conoscenza di dettagli a noi ancora inediti, in modo da incentivare l’interesse degli uomini nei confronti del Pianeta Rosso, anche nell’ambito della potenziale inaugurazione dell’era delle esplorazioni marziane, che dovrebbero essere inaugurate nel corso del prossimo quinquennio con l’invio della prima donna o del primo uomo direttamente sulla sua superficie.

La teoria di DiGregorio si fonda su istantanee precedentemente scattate da Curiosity: era il 2020 e gli elementi inquadrati erano delle rocce presentanti dei peculiari buchi, inizialmente indicate come di origine sedimentaria, successivamente mai più opportunamente approfondite. Ciò ha portato lo scienziato a formulare un’ipotesi secondo la quale i buchi fossero stati provocati dalla presenza di organismi viventi, presumibilmente marini, a metà nella loro forma tra vermi e meduse. Gli stessi si sarebbero estinti per sempre a causa del cambiamento del clima e, successivamente, dell’atmosfera marziana, ma le tracce lasciate risulterebbero ancora completamente visibili ed un eventuale approfondimento permetterebbe di venire a capo di questa controversa questione. A riportarlo è il quotidiano britannico The Sun.