I delfini potrebbero aiutarci a parlare con eventuali civiltà extraterrestri

La comunicazione dei delfini può essere molto interessante (Freepik Foto) - www.aerospacecue.it
Ogni giorno, l’uomo raccoglie dati dal cielo e dal mare, senza sapere davvero cosa cercare.
Onde radio, suoni, luci, vibrazioni: il nostro mondo è pieno di segnali che non comprendiamo. Alcuni li archiviamo come rumore di fondo. Altri, più misteriosi, restano sospesi tra ipotesi e intuizioni.
La scienza moderna ha fatto enormi progressi nell’analisi dei dati, ma rimane una questione fondamentale: riconosceremmo davvero una forma di comunicazione diversa dalla nostra? Saremmo in grado di distinguerla da un semplice fenomeno naturale o da un errore strumentale?
È facile interpretare ciò che assomiglia a noi. Le sfide iniziano quando ci troviamo di fronte a logiche alternative, a strutture che non seguono il linguaggio verbale, né i codici visivi a cui siamo abituati. L’intelligenza potrebbe presentarsi in forme che non sappiamo ancora identificare come tali.
Per questo, la ricerca di altre menti — sulla Terra e oltre — non riguarda solo la tecnologia, ma soprattutto la capacità di ascolto e decifrazione. Comprendere una mente diversa richiede prima di tutto imparare a uscire dai propri schemi.
Un modello tutto terrestre
Secondo quanto riportato da Space.com (maggio 2024), un gruppo di ricercatori sta studiando un possibile modello per affrontare il problema della comunicazione con forme di vita completamente diverse: il linguaggio dei delfini. Si tratta di una delle poche forme di intelligenza non umana dotata di un sistema di comunicazione complesso, coerente e sociale.
Il Wild Dolphin Project, guidato da Denise Herzing, utilizza l’intelligenza artificiale DolphinGemma per analizzare vocalizzazioni e comportamenti. I risultati mostrano la presenza di strutture acustiche ripetute associate ad azioni precise, suggerendo l’esistenza di una grammatica sonora. Questo lavoro, secondo gli scienziati, può servire da base per sviluppare strumenti utili anche in contesti di comunicazione interstellare.
Tecnologie per decifrare l’ignoto
La sfida non è solo tecnica. Come sottolinea Space.com, imparare a riconoscere linguaggi “altri” è un esercizio cognitivo profondo. Non basta tradurre suoni: bisogna capire intenzioni, contesti, logiche diverse. È ciò che si sta tentando con i delfini — intelligenti, ma radicalmente diversi da noi — per sviluppare una vera competenza nell’interpretazione di segnali sconosciuti.
In questo senso, il lavoro con i cetacei diventa un laboratorio per la decodifica di possibili segnali extraterrestri. Le tecnologie che oggi cercano pattern nei fischi marini potrebbero un giorno analizzare messaggi provenienti dallo spazio. E prepararci, forse, al primo vero contatto. Studiare intelligenze diverse ci insegna a riconoscere l’inaspettato. Forse il primo contatto non arriverà dal cielo, ma dal mare — e sapremo finalmente come rispondere.