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Sul Pianeta Rosso c’è un cratere enorme causato da un impatto violentissimo | Dai qui bisogna partire per conoscere la sua storia

Cratere

Un cratere straordinario (Canva-Pexels foto) - www.aerospacecue.it

Un prezioso tesoro per la comunità astronomica. Tra i segreti di Marte, questo luogo è in grado di illustrare la storia evolutiva del Pianeta

Con il termine cratere vengono definite delle depressioni, che nella stragrande maggioranza dei casi presentano forme circolari, presenti sulla superficie di differenti corpi celesti.

Osservando con gli strumenti accurati pianeti, satelliti e asteroidi sarà, infatti, possibile adocchiare crateri sulle differenti superfici. Ma quali sono i processi o le cause alla base della formazione di crateri.

I crateri vengono definiti “da impatto“, quando corpi celesti, quali meteoriti o asteroidi, colpiscono, generando per l’appunto un impatto, la superficie esterna di un altro corpo.

Queste manifestazioni, tuttavia, possono anche essere origine di un processo di formazione. Ciò avviene per mezzo dell’energia cinetica generata da un corpo celeste, che viene tramutata in energia termica sino a provocare un’esplosione, determinante alla formazione di un cratere.

Perché gli elementi marziani sono così importanti?

Il cratere marziano Deuteronilus Cavus è stato recentemente oggetto di una nuova cattura. La sua importanza è assoluta, poiché rappresenta una delle fonti maggiormente utili alla comunità scientifica per ripercorrere accuratamente gli oltre quattro miliardi di storia del Pianeta Rosso, e dunque la sua storia evolutiva. L’immagine è datata Ottobre 2024 ed è opera della sonda ESA Mars Express. Dall’ultima fotografia immortalata è possibile godere a pieno di una vista dall’alto della depressione, ampia circa 120 chilometri di diametro e caratterizzata da una forma approssimativamente circolare, il che ci suggerisce un’ipotetica origine a seguito di un impatto, avvenuto presumibilmente tra i 4,1 e i 3,7 miliardi di anni fa.

Nel corso dei millenni, indubbiamente l’attività erosiva ha contribuito a modificarne la forma e l’ampiezza; si stima addirittura che le iniziali dimensioni risultino oggi raddoppiate, proprio grazie ad agenti quali acqua e ghiaccio. Sul bordo del cratere è possibile osservare canali ramificati, probabilmente originatisi a seguito dello scorrimento d’acqua in superficie; allo stesso modo, vale la pena attenzionare i solchi lineari, testimonianze dell’antica presenza di ghiaccio sul territorio marziano, così come i ghiacciai, oggi ricoperti di rocce, noti come in gergo come ‘grembiuli di detriti’, la cui datazione resta ancora oggi un mistero da risolvere.

Deuteronilus Cavus
Deuteronilus Cavus (ESA foto) – www.aerospacecue.it

Un luogo ricco di indizi e segreti

Ma le immagini fornite dalla sonda ESA, che inquadrano il cratere dall’alto, rendono nota la presenza di materiale all’apparenza più scuro, forse cenere vulcanica depositatasi proprio in quell’area a causa dell’azione esercitata dal vento, mentre le zone che si presentano con colori più chiari possiedono maggiori concentrazioni di minerali argillosi, ulteriore elemento a testimonianza della presenza di acqua liquida all’interno del cratere, in tempi antichi.

Andandone ad approfondire ulteriormente l’interno, è invece possibile rilevare la presenza di altipiani, pianure, blocchi rocciosi e canali. Ulteriori testimonianze ci raccontano di un’attività vulcanica avvenuta nel passato; a gettare la luce su questo passato sono le creste rugose, attribuibili al raffreddamento delle colate laviche. Ed è per questo che Deuteronilus Cavus figura tra gli elementi di assoluto interesse da parte dell’intera comunità scientifica globale. A scriverlo è Global Science.