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Energia nucleare sulla Luna | Russia e Cina non possono più nascondersi: devono giocare a carte scoperte

Luna ed energia nucleare

Luna ed energia nucleare (Canva foto) - www.aerospacecue.it

La corsa all’energia nucleare sulla Luna entra nel vivo: ora Russia e Cina non possono più restare nell’ombra.

Sotto la superficie di molte notizie scientifiche si nasconde una battaglia molto più ampia, che ha poco a che fare con le scoperte e molto con il potere. Lo spazio, negli ultimi anni, è diventato un nuovo terreno di confronto tra superpotenze, con missioni, collaborazioni e stazioni orbitanti che servono da simbolo — e da strategia — per affermare chi comanda davvero lassù.

Se prima la corsa allo spazio era fatta di bandiere piantate e impronte sulla polvere lunare, oggi si parla di energia, infrastrutture e basi permanenti. E ovviamente, di chi sarà il primo a costruirle. Non è più solo una questione di conquista, ma di permanenza. Il sogno di vivere, lavorare e produrre energia fuori dalla Terra non è più pura fantascienza: è diventato un piano operativo con scadenze, finanziamenti e alleanze.

In questo nuovo contesto geopolitico, la Luna ha smesso di essere solo un simbolo romantico. Ora è vista come una piattaforma strategica, un punto d’appoggio ideale per il controllo dello spazio profondo. Ed è chiaro che ogni Paese vuole arrivare lì per primo — e restarci. Anche perché, come si dice spesso, chi controlla l’energia, controlla tutto.

E allora ecco che gli interessi si spostano proprio su una questione che sulla Terra ha già riscritto gli equilibri internazionali: l’energia nucleare. Ma stavolta, proiettata sulla superficie lunare, dove sopravvivere alle lunghe notti senza luce è una sfida che le batterie non possono vincere da sole.

Una base lunare alimentata per dieci anni

Cina e Russia hanno stretto un accordo per la costruzione di un reattore nucleare completamente robotizzato, capace di garantire energia continua per almeno dieci anni. Il progetto sarà operativo entro il 2035 e alimenterà la Stazione Internazionale di Ricerca Lunare, uno dei programmi spaziali più ambiziosi degli ultimi decenni.

Il reattore sarà realizzato da robot autonomi, senza alcun intervento umano diretto, e sarà in grado di affrontare le lunghe notti lunari (che durano quasi 15 giorni terrestri), quando i pannelli solari non servono a nulla. Una svolta tecnologica che ha già attirato l’attenzione di 17 Paesi, tra cui Egitto, Thailandia, Venezuela e Pakistan.

Luna
Luna (Canva foto) – www.aerospacecue.it

Sfida aperta alla supremazia americana nello spazio

La notizia ha acceso tensioni geopolitiche: mentre gli USA faticano a portare avanti il proprio piano di reattori lunari, il cosiddetto Fission Surface Power, il fronte russo-cinese accelera. Il reattore, infatti, non è solo un impianto energetico: è un simbolo di indipendenza strategica.

Con dichiarazioni ufficiali e scadenze già fissate, Mosca e Pechino sembrano intenzionate a cambiare le regole del gioco. L’Occidente, per ora, osserva. Ma nel frattempo, sulla Luna, la partita del potere è già cominciata.