Marte, prima era realmente abitabile | Tutti pensano a come viverci: ma quali sono le conseguenze?

Illustrazione di un marziano (Canva FOTO) - aerospacecue.it
Marte è un pianeta affascinante, e molti vorrebbero andare a viverci. Eppure in passato sarebbe stato davvero possibile.
Quando si parla di pianeti abitabili, si intende generalmente quei mondi che possiedono condizioni compatibili con la vita, almeno come la conosciamo. Il primo requisito? La presenza di acqua allo stato liquido, che a sua volta dipende da un equilibrio delicato tra distanza dalla stella, temperatura e atmosfera.
La cosiddetta “zona abitabile” è una regione attorno a una stella dove non fa né troppo caldo né troppo freddo. È qui che, teoricamente, un pianeta potrebbe trattenere acqua liquida in superficie. Ma la posizione non basta: servono anche un’atmosfera protettiva, una composizione chimica favorevole e magari un campo magnetico per difendersi dalle radiazioni.
Negli ultimi anni, grazie a telescopi spaziali come Kepler e James Webb, abbiamo scoperto centinaia di candidati promettenti. Alcuni sono rocciosi, altri molto più grandi della Terra. Alcuni si trovano in sistemi solari vicini, altri sono a centinaia di anni luce di distanza.
Studiare questi mondi lontani non significa solo cercare alieni, ma anche capire meglio il nostro posto nel cosmo. Ogni nuova scoperta ci spinge a riflettere su quanto sia speciale, e forse raro, l’equilibrio che rende abitabile la nostra Terra.
Il fascino rosso di Marte
C’è qualcosa in Marte che da sempre stimola l’immaginazione collettiva. Quel paesaggio desertico, che sembra uscito da un romanzo di fantascienza, è diventato negli anni il palcoscenico ideale per storie di conquista, fuga, nuovi inizi. Marte non è solo un pianeta: è una sorta di specchio dove riflettiamo sogni e paure, è un orizzonte lontano a cui tendere quando qui, sulla Terra, l’aria si fa pesante.
L’iconografia è ricca: robot esploratori, colonie futuristiche, cupole trasparenti sotto cui far crescere piante. Eppure, mentre immaginiamo di costruire una nuova casa lassù, forse stiamo solo cercando una scappatoia da una realtà che ci sfugge di mano. Ma il problema è proprio questo: Marte non è esattamente il posto accogliente che molti si illudono di trovare.
Vivere su Marte?
Come riportato da RSI, secondo Silvia Kuna Ballero, astrofisica e autrice del libro Rapsodia Marziana (Codice Edizioni), Marte è il pianeta che conosciamo meglio dopo la Terra. Sappiamo che le temperature oscillano tra i -60°C e i 20°C, e che sotto la sua superficie ci sono riserve d’acqua ghiacciata (o salata). Ma anche se questi dati possono sembrare promettenti, la realtà è ben più complicata. L’assenza di un campo magnetico, per esempio, espone gli esseri umani a livelli di radiazioni potenzialmente pericolosi.
E poi c’è la questione logistica: viaggiare fino a Marte richiederebbe almeno sei mesi, senza contare il ritorno. E a livello teconologico, dovremmo avere degli strumenti notevoli, e se davvero esistono tecnologie capaci di rendere abitabile un ambiente tanto ostile, perché non usarle per migliorare la Terra? Insomma, sono tutte domande legittime, anche perché già raggiungere il Pianeta Rosso sarebbe un’impresa.