La NASA ha appena stupito tutti grazie ad Andromeda | Ora sappiamo qual è il suo suono: una melodia raccapricciante

I segreti di Andromeda (Canva-Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Il suono della nostra vicina galattica è finalmente venuto alla luce. Ha sorpreso tutti quanti, in primis gli addetti ai lavori
Vi è mai capitato di domandarvi se le galassie siano in grado di produrre suoni nello spazio? La risposta a dire la verità è molto più complessa del previsto. Principalmente perché le galassie riescono a farlo, ma gli stessi non possono essere uditi nello spazio.
Ciò data l’assenza di particelle a sufficienza per effettuare il trasporto delle onde sonore conseguenti alla produzione di un rumore, che rendono necessario l’impiego di apparecchiature estremamente sofisticate per riuscire nello scopo di captare simili segnali.
Come è possibile fare ciò? Mediante le onde elettromagnetiche, per esempio, ma anche le vibrazioni gravitazionali. Questi stimoli che provengono da galassie molto distanti o dal verificarsi di precisi avvenimenti cosmici, possono essere sonificati per riuscire ad esseri ascoltati.
Con il termine sonificazione si indica quel processo che permette di tradurre i suoni provenienti da immagini catturate dai telescopi, da onde radio o segnali a bassa frequenza, ma anche dalle onde gravitazionali.
Un tesoro inestimabile, a lungo nascosto
La NASA è riuscita nel non semplicissimo compito prevedente la trasformazione dei dati raccolti provenienti dalla nostra vicina Andromeda, mutati in quella che è stata a tutti gli effetti definita come una “melodia cosmica“, proprio grazie al già citato processo di sonificazione. Ciò ha permesso e permetterà di ascoltare i flussi di energia transitanti all’interno di una galassia; come tutto questo è stato possibile?
I ricercatori sono riusciti a dare origine ad una composizione sonora attraverso i dati che sono stati racimolati nelle varie lunghezze d’onda dello spettro elettromagnetico. Gli stessi sono poi stati sovrapposti e l’associazione ad una serie di note musicali si è rivelata determinante al fine di ottenere i risultati ambiti in partenza. Nello specifico, come illustrato anche nel video pubblicato direttamente sul canale YouTube della principale agenzia governativa a stelle e strisce, i raggi X, e più in generale le frequenze più alte, sono state trasformate in suoni acuti, mentre le più basse in rumori profondi.
Una scoperta straordinaria
Il volume di ciascun suono viene chiaramente indicato proprio dalle immagini visibili all’interno del contenuto audiovisivo, attraverso i punti luminosi presenti. Dallo stesso video è possibile comprendere come i dati ultravioletti siano in grado di evidenziare ciascuna regione cosmica riguardata da processi di formazioni stellari.
La luce infrarossa, invece, indica la presenza di anelli di gas e polvere che stanno compiendo i propri movimenti all’interno dei bracci a spirale, mentre la luce visibile è stata rilevata grazie allo sforzo profuso dagli astrofotografi. Un lavoro straordinario che ha permesso di aumentare significativamente la comprensione dell’uomo relativamente all’evoluzione delle galassie e dell’intero cosmo.