Un enorme fiume nel bel mezzo di Marte | Scienziati al settimo cielo: un bacino idrico assurdo

Il pianeta Marte (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Un antico canale fluviale nascosto sotto le sabbie di Marte riemerge dopo miliardi di anni: gli scienziati esultano per la scoperta.
Quando si parla di Marte, si pensa subito a un pianeta rosso, secco, con quella superficie tutta bucherellata e piena di polvere. Eppure, da anni, ogni foto inviata dalle sonde o dai rover ci fa venire il dubbio che, tanto tempo fa, lì ci fosse qualcosa di molto più… bagnato. Le tracce di antichi corsi d’acqua continuano a spuntare qua e là, come se il pianeta volesse raccontarci una storia che non conosciamo ancora.
In effetti, oggi l’obiettivo delle missioni marziane non è più solo “atterriamo e vediamo com’è”. Ora si punta a scavare nel passato del pianeta, a capire se un tempo fosse abitabile, o addirittura abitato. E quindi si cercano indizi ovunque: tra le rocce, sotto la sabbia, nei crateri più remoti. Ogni dettaglio può essere una prova — anche una semplice pietra.
Negli ultimi tempi, grazie a strumenti sempre più avanzati e all’occhio (anzi, agli occhi) dei rover, si stanno facendo passi da gigante. Le vecchie immagini satellitari non bastano più: ora servono analisi dirette, dati chimici, fotografie ad altissima risoluzione. E ogni nuova missione sembra portarci un po’ più vicino alla verità — o meglio, alle tante verità di Marte.
Tra queste missioni c’è ovviamente Perseverance, il “robottino” che da anni cammina (be’, rotola) sulla superficie marziana. E anche stavolta ha fatto qualcosa di inaspettato. Ma prima di arrivarci — aspetta — serve capire il contesto, perché quello che ha trovato non era minimamente previsto.
Una deviazione improvvisata tra sabbia e rocce
Tutto è iniziato quando Perseverance, per evitare un campo di massi che rischiava di danneggiarne le ruote, ha deciso (ok, è stato deciso per lui) di cambiare strada e infilarsi nel canale sabbioso del Neretva Vallis. Doveva essere solo una scorciatoia verso la zona chiamata “Bright Angel”, ma… sorpresa: quel tratto si è rivelato molto più interessante del previsto.
Nel suo tragitto, il rover ha scattato foto spettacolari e raccolto dati su affioramenti chiari, rocce mai viste prima e anche un masso davvero strano, che il team ha soprannominato “Atoko Point”. È composto da pirosseno e feldspato — due minerali che, in quella forma, non erano mai stati osservati su Marte. Alcuni scienziati pensano che venga da un antico corpo magmatico; altri dicono che sia stato trascinato lì da forti correnti d’acqua. Qualunque sia la verità, quel masso è solo la punta dell’iceberg.
Una scoperta che fa ripensare tutto il passato marziano
Come riportato nella fonte ufficiale della NASA/JPL, quel canale che Perseverance ha attraversato non è solo sabbia e polvere. È, molto probabilmente, un antico fiume. Uno di quelli grandi, che milioni — anzi, miliardi — di anni fa trasportava acqua verso il cratere Jezero. Le sue dune, le rocce incastonate e la forma del terreno raccontano una storia di movimenti fluviali potenti, e forse anche di un sistema idrico molto più esteso di quanto si pensasse.
Bright Angel, l’area dove si trova ora il rover, potrebbe contenere sedimenti e formazioni uniche, perfette per cercare campioni da riportare sulla Terra. E il fatto che Perseverance ci sia arrivato passando per un canale che sembrava solo “più veloce” cambia parecchie cose. Forse — dico forse — quel tratto nascosto sotto la sabbia era in realtà un vero e proprio bacino fluviale. E a quanto pare, ha ancora molto da raccontarci.