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Su Marte un fenomeno naturale aiuta gli astronomi a non fallire | Hanno imparato a fare sì che le sonde seguano i percorsi dei diavoli

"Mappe naturali" su Marte

"Mappe naturali" su Marte (Canva-Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

La principale guida degli astronomi per orientarsi su Marte non è una mappa: si basa tutto su un fenomeno naturale

Il territorio marziano è capace di affascinare gli addetti ai lavori o i semplici spettatori, pur molto interessati, non soltanto per la sua conformazione unica o per il suo peculiare colore.

Il fascino del Pianeta Rosso viene accresciuto dall’enorme vastità di fenomeni naturali che riguardano la sua superficie, per molti versi anche accomunabili ad eventi che possono comparire anche sulla Terra.

Ovviamente, però, gli stessi presentano delle differenze, anche sostanziali, da attribuire soprattutto a quelle che sono le caratteristiche che diversificano l’ambiente terrestre da quello marziano.

Sul Pianeta Rosso è già stato possibile esplorare, nel corso delle numerose missioni che hanno visto l’impiego di rover e strumenti di vario genere sulla superficie, la presenza di un’atmosfera rarefatta, di una forza di gravità inferiore e di temperature estreme.

Una manifestazione a beneficio della comunità

Sul Pianeta Rosso è stato scovato un curiosissimo fenomeno ventoso, che consiste in vortici composti da polveri sottili analoghi per certi versi ai nostri tornado, noti in gergo come “dust devil”, ossia diavoli di sabbia. La loro presenza può essere certificata grazie a delle precise impronte che gli stessi sono in grado di lasciare e che possono perdurare per svariate settimane o mesi.

Rilevarle è stato possibile attraverso l’impiego del Mars Reconnaissance Orbiter, che ha catturato nel corso delle varie missioni andate in scena durante gli anni numerose immagini satellitari, che combinate ai dettagli messi in evidenza da altre precedenti missioni sono state in grado di indicare con sufficiente precisione la frequenza e l’intensità di queste manifestazione. Tenendo conto di quanto l’atmosfera marziana appaia rarefatta, la presenza di questo unico fenomeno naturale fornisce un aiuto preziosissimo per la comunità scientifica, che fruisce di questi venti come fossero indicazioni, mappe, perfettamente naturali.

Illustrazione dei dust devils
Illustrazione dei dust devils (NASA Science foto) – www.aerospacecue.it

Un prezioso indicatore

Ciò che è stato possibile scoprire avvalendosi dei dust devil e delle informazioni, impropriamente, da questi ricavate: ad esempio, i venti sono risultati di importanza fondamentale per far comprendere le aree di atterraggio maggiormente sicure, ossia quelle dove i vortici si presentavano con minore frequenza o non lasciavano affatto alcuna traccia. Molto spesso, come risvolto particolarmente curioso, la presenza dei diavoli di sabbia si è rivelata in grado di ripulire i pannelli solari montati sui rover recatisi su Marte nell’ambito delle missioni, soprattutto quando gli stessi si trovavano ad adempiere ai propri compiti in zone molto attive, sotto questo punto di vista, come la Elysium Planitia e la Amazonis Planitia.

Combinando, poi, i dati atmosferici con i modelli climatici è possibile migliorare la previsione complessiva circa il comportamento atmosferico delle regioni marziane e i risvolti di un simile approfondimento possono rivelarsi di importanza totale nell’ambito della futura pianificazione di un’eventuale sbarco umano, ma anche nell’orientamento, già a partire dalle prossime missioni che saranno sviluppate, degli strumenti scientifici impiegati nelle stesse. A scriverlo è Tecnoandroid.it.