Questo è il posto ideale per ritrovare se stessi | Un cammino fatto di spiritualità tra magia e religione

Un cammino unico nel suo genere (Pixabay foto) - www.aerospacecue.it
Respirare la leggenda ad ogni passo compiuto, in uno scorcio naturale da pelle d’oca. E’ un’esperienza che puoi provare solo qui
Una tipologia alternativa di turismo, che offre la possibilità a chi la pratica di trovarsi “faccia a faccia” con sé stesso e con la propria interiorità, ancor meglio se immerso in una cornice che induce alla calma, alla tranquillità e alla riflessione.
Non di certo il metodo più apprezzato di trascorrere una vacanza per chi ha piacere di fare nuove conoscenze, frequentare mete movimentate e vivere un’esperienza che possa definirsi, a tutto tondo, dinamica.
Le forme di turismo spirituale, infatti, impongono che le giornate di esplorazione vengano scandite da riti di meditazione che aiutino all’introspezione, favoriti dalla visita di luoghi profondamente solenni, come mete sacre o eremi.
Altrettanto importante è inevitabilmente il contatto con la natura, che si tratti di spiagge, potendo udire del tranquillante rumore delle onde che si infrangono sugli scogli, o dei boschi verso la montagna, dove gli unici a produrre sussulti sono gli animali che lì abitano.
Una meta unica nel suo genere
Un’assoluta chicca, in questo senso, è rappresentata dalla regione teutonica di Lippe, contraddistinta dalla presenza di verde in ogni dove, immersivi boschi capaci di ospitare testimonianze storiche dal valore a dir poco inestimabile. E’ il caso della Externsteine, gioiello geologico tedesco che rappresenta il passato del territorio; si tratta di formazioni di arenaria di dimensioni imponenti che sono presenti nell’area sin dall’era glaciale. Una perfetta unione tra la storia evolutiva e la natura circostante, che va ad intersecarsi con una serie di leggende misteriose che aleggiano intorno all’area.
Ci troviamo nel nord-ovest della Germania, all’interno del Parco Nazionale del Teutoburger Wald e qui, come nel resto della Renania Settentrionale-Vestfalia, le Externsteine rappresentano un vero e proprio status symbol, che si classifica ben oltre la mera, seppur spettacolare, attrazione naturale. Il nome con cui questa formazione è conosciuta non ha un’etimologia totalmente certificata e conclamata; benché il termine ‘steine’ sia letteralmente traducibile con ‘rocce’, i dubbi perdurano relativamente alla radice ‘Extern’.
Affondare le radici nel mistero
E’ possibile comunque tentare di scavare indietro nel tempo, ma non è da escludere l’eventualità di tornare indietro con poche risposte certe: il primissimo utilizzo scritto del termine con cui l’attrazione si conosce ancora oggi è da ricercare nel corso del XVI Secolo, divenendo etimologicamente diffuso esclusivamente nel corso della seconda metà del 1800. Non ci è dato sapere perché soltanto in un secondo momento la forma prettamente latinizzata, prevedente l’inserimento della lettera “X” fu introdotta in sostituzione dei nomi originari, sempre basandoci sulle fonti storiche giunte fino ai nostri giorni, che presentavano i nomi Agistersten e Eggesterenstein.
Le leggende non si fermano, però, soltanto al nome: sulle Externsteine, infatti, aleggia una tradizione popolare la cui natalità viene frequentemente attribuita a Hermann Hamelmann, teologo luterano vissuto nel corso del XVI Secolo, secondo cui la splendida attrazione geologica fosse stata utilizzata come luogo sacro per i Sassoni pagani in quanto proprio in corrispondenza della zona stessa avrebbe trovato collocazione il pilastro sacro distrutto da Carlo Magno, noto tra i manuali di storia come Irminsul. E malgrado non vi siano fonti che certifichino questa eventualità, forse è proprio il fatto che il tutto resti totalmente avvolto nel mistero a renderlo decisamente più affascinante. Lo scrive Si Viaggia.