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Ultim’ora Spazio, qui c’è molta più acqua che sulla Terra | Un Oceano dalle dimensioni stratosferiche all’interno di una nube

Una scoperta esaltante

Una scoperta esaltante (Canva-Pexels foto) - www.aerospacecue.it

Nessuno sarebbe mai stato in grado di ipotizzarlo. Eppure, le ultime straordinarie scoperte ci raccontano questa inconfutabile verità

Uno degli argomenti in assoluto più affascinanti che riguarda l’Universo è il discorso relativo alla presenza di acqua liquida nello stesso. Una sfida complessa che ha tenuto impegnati gli astronomi da tempi immemori.

L’aspetto più intrigante è proprio quello che ha condotto alla scoperta delle caratteristiche che un dato pianeta deve possedere per poter ospitare al suo interno acqua allo stato liquido, come nell’esempio perfettamente rappresentato dalla Terra.

Il Pianeta abitato dall’essere umano possiede infatti una pressione atmosferica adeguata, armonizzata ulteriormente da una temperatura media favorevole per garantire alle masse o ai corsi idrici di mantenere la propria forma, evitando che la stessa evapori.

Discorso diverso per Marte, tanto per citare una delle superfici in assoluto più attenzionate circa la possibile “residenza” di riserve idriche allo stato liquido, tenendo conto di come il Pianeta Rosso possieda un’atmosfera nettamente più “scarsa”.

Una scoperta impronosticabile

L’ultima scoperte effettuata da un gruppo di astronomi della NASA ha davvero dell’incredibile; ad esser stata individuata è una riserva d’acqua capace di raggiungere dimensioni pari a circa 140 miliardi di volte superiori rispetto all’intero quantitativo idrico presente sul nostro Pianeta. Un rilevamento che rende chiaro come l’Universo abbia da sempre, o quasi, ospitato acqua.

Ma di cosa si tratta esattamente? Parliamo di una nube di vapore sita in posizione circondante rispetto ad un quasar che dista esattamente 12 miliardi di anni luce dalla Terra, definita dal ricercatore dell’Università del Maryland, Alberto Bolatto, come la scoperta che più di ogni altra avvicina “il rilevamento dell’acqua di miliardi di anni al Big Bang“.

APM 08279
APM 08279 (Chandra X-Ray Observatory foto) – www.aerospacecue.it

Le straordinarie caratteristiche emerse

Il quasar attorno al quale la nube si situa è stato denominato APM 08279+5255 e sembrerebbe a tutti gli effetti in grado di ospitare un buco nero contraddistinto da dimensioni e da una capacità produttiva di energia equivalente soltanto all’insieme di quadrilioni di soli, includendo una quantità di vapore acqueo superiore di circa 4.000 volte rispetto a quello presente nell’intera Via Lattea, presumibilmente, come da ipotesi degli astronomi, perché la maggior parte dell’acqua sita nella nostra galassia corrisponderebbe a ghiaccio e non a vapore. E a tal proposito, dopo successive analisi è emerso come il vapore acqueo del quasar sarebbe capace di raggiungere un’estensione pari a centinaia di anni luce, essendo inoltre contraddistinto da una temperatura pari a -53 gradi Celsius.

Ulteriori approfondimenti condotti circa la presenza di vapore acqueo e delle altre molecole site nell’area, tra le quali spicca in maniera più concentrata il monossido di carbonio, hanno portato a scoprire come il gas individuato sia sufficiente ad alimentare il buco nero ancora per svariate stagioni, ossia fino a quando lo stesso sarà in grado di raggiungere una dimensione superiore di ben sei volte rispetto a quella attuale. L’autore principale dello studio, proveniente dal Jet Propulsion Laboratory della NASA, Matt Bradford, ha affermato come questa sia “un’altra dimostrazione che l’acqua è presente in tutto l’Universo, anche nei tempi più remoti”. Lo scrive il sito di informazione Ecografia Clinica.