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L’Italia al centro di un progetto interstellare | Si vuole avviare la colonizzazione di un pianeta abitabile: si viaggerà in un cilindro lunghissimo

Un progetto ambizioso

Un progetto ambizioso (Hyperios foto) - www.aerospacecue.it

Il nostro Paese chiamato a dire la sua nell’ambito di un progetto davvero ambizioso. Fine ultimo? Colonizzare

L’Italia ha da sempre svolto un ruolo significativo nell’ambito dei progetti interplanetari. Il principale ente di riferimento è ovviamente l’Agenzia Spaziale Italiana, meglio nota semplicemente come ASI.

Nel corso della sua attività si è occupata di procedere alla coordinazione di svariati progetti spaziali collaborando con agenzie governative di assoluto livello internazionale, quali NASA ed ESA.

Durante la storia, soprattutto nell’ultimo trentennio, delle esplorazioni umane verso il Cosmo, l’Italia ha più volte ricoperto un ruolo di rilievo, attraverso, soprattutto, la fornitura di strumenti quali Rosetta, che coordinatamente all’ESA ha raggiunto la cometa 67P.

Inoltre, se l’obiettivo principalmente rincorso dall’intera comunità globale nelle stagioni più recenti è stato rappresentato dalla volontà di raggiungere Marte, enormi progressi verso la meta sono stati possibili grazie a strumenti 100% nostrani, come il Radar MARSIS, montato sul Mars Express.

Uno sforzo enorme

Questo ambizioso obiettivo potrà rivelarsi possibile soltanto tra diversi secoli, ma è significativo cominciare a gettare le basi fin da subito. La meta prefissata da raggiungere è l’esopianeta Proxima Centauri b, distante 4,2 anni luce dalla nostra Terra, che potrà essere centrato soltanto attraverso la costruzione di un veicolo spaziale che possa rivelarsi in grado di trasportare un maxi equipaggio a partire da un minimo di 500 fino a raggiungere un massimo di 1.500 persone, così da avviare una colonia abitabile sul Pianeta, rendendo possibile lo sviluppo e il sostentamento della società, malgrado le risorse inevitabilmente limitate delle quali la stessa potrà, eventualmente, usufruire.

Il principio è chiaro, ma bisogna passare a delle idee concrete: quale miglior modo, allora, se non indicendo un concorso. Se ne è occupata l’i4is (Initiative for Interstellar Studies) che attraverso il lancio del concorso “Hyperion” ha ottenuto una serie di valide proposte premiando le tre ritenute migliori distribuendo montepremi pari a 10.000 dollari. Il progetto ritenuto in assoluto più ambizioso è quello del “Chrysalis“, Crisalide, che è stato ritenuto come il più fedele ai requisiti richiesti dall’esecutivo di i4is, rappresentato al momento della premiazione dal suo direttore, Andreas Hein.

 

Proxima Centauri b
Proxima Centauri b (NASA foto) – www.aerospacecue.it

Nel vivo del progetto

Parliamo di un’ipotetico “cosmos dome“, ossia di uno strumento caratterizzato dalla forma di una cupola, che dai progetti risulterebbe in grado di raggiungere un’altezza pari a 130 metri e un diametro pari a 360, al fine di garantire all’equipaggio a bordo di osservare la Terra e il Cosmo intero direttamente dal mezzo di trasporto. Il movimento avverrebbe grazie ai cinque gusci concentrici, ideati per proseguire un moto di rotazione capace di generare gravità artificiale nel corso del viaggio. Una perfetta integrazione tra tecnologia, architettura e sistemi sociali, che però dovrà necessariamente attendere svariati decenni, fino a secoli, prima di vedere effettivamente la luce.

Innanzitutto c’è da tenere conto del periodo di adattamento, pari a 70, forse anche 80 anni, in un ambiente severo come potrebbe essere l’Antartide; soltanto dopo si potrebbe procedere con la costruzione effettiva, che impiegherebbe almeno 20 anni prima di poter essere effettivamente consigliata, Da dover aggiungere prima di agguantare Proxima Centauri b ci sarebbe un anno da impegnare nella fase di accelerazione e addirittura quattro secoli prima di completare il viaggio interstellare, seguito da altri 12 mesi per la decelerazione e all’incirca un quadrimestre necessario per inserirsi nell’orbita, discendere e atterrare sull’esopianeta. Lo scrive Wired.