Home » Guerra nucleare, il pericolo è sempre più vicino | Secondo questo studio recente sarà la fine per tutti noi

Guerra nucleare, il pericolo è sempre più vicino | Secondo questo studio recente sarà la fine per tutti noi

Scenario di Guerra Nucleare

Scenario di Guerra Nucleare (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Il rischio del conflitto nucleare su scala globale incombe. Quasi il 100% dell’umanità verrebbe spazzato via in un istante

L’ultima volta che il mondo si è trovato con il fiato sul collo, a pochissimi passi di distanza dal potenziale scoppio di un conflitto nucleare su scala globale è da ricercare nel teso periodo storico della Guerra Fredda.

Quando gli Stati Uniti d’America e l’Unione Sovietica, indubbiamente potenze globali più evolute sotto il punto di vista militare, tecnologico ed economico, si sono contese l’egemonia sul Pianeta intero, estendendo la propria sfera di influenza, a partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale fino al 1991, anno del discioglimento dell’URSS.

Se già all’epoca i più esperti e navigati storici si erano espressi menzionando conseguenze devastanti in praticamente ogni angolo della Terra, non è difficile immaginare come i progressi tecnologico-bellici, nonché i moderni armamenti, sarebbero in grado di favorire un esito altrettanto distruttivo.

Non c’è bisogno di nascondersi: un conflitto nucleare al giorno d’oggi sarebbe capace di rivelarsi il più mortale nella storia dell’umanità. Ed è per questo che, nonostante il rischio si sia palesato più volte, la diplomazia sta continuando a rappresentare l’approccio più saggio, anche da parte dei capi di Stato più determinati.

Risvolti a dir poco raccapriccianti

Secondo quanto riportato dal quotidiano albionico The Sun, sarebbe stata svolta dalla Pennsylvania State University una simulazione volta a comprendere quelli che potrebbero essere i risvolti profondamente negativi che il mondo intero sarebbe costretto a subire in caso di effettivo scoppio di una guerra nucleare tra la Russia e gli Stati Uniti d’America. Dati realmente allarmanti, a partire dalla percentuale di cittadini, tra civili e militari, che andrebbe incontro alla morte: addirittura il 99% degli appartenenti agli Stati belligeranti, ai quali si andrebbero ad aggiungere i rispettivi alleati, come l’Unione Europea, da parte statunitense, e la Cina, dal lato russo.

Sarebbero, invece, oltre 165 milioni le tonnellate di cenere disperse nell’atmosfera a seguito del conflitto, con possibilità di alterarne lo stato protettivo, oltre che l’ozono, favorendo l’ingresso diretto dei raggi solari verso la Terra, rendendo ostica, se non impossibile, la sopravvivenza anche dei pochi cittadini non minati direttamente dalla guerra. Quelli stessi sopravvissuti che patirebbero la fame, soggetti ad una carestia globale, a seguito di quello che, secondo le simulazioni condotte, sarebbe un conflitto bellico dalla durata almeno decennale.

Fungo atomico
Fungo atomico (Freepik foto) – www.aerospacecue.it

Lo svolgimento della sperimentazione

Il botanico e meteorologo della Penn State, Yuning Shi, ha espresso come le diffuse esplosioni e i successivi funghi atomici sarebbero in grado di produrre ossidi di azoto all’interno della stratosfera, che unitamente al processo di riscaldamento conseguenze alle iniezioni di fuliggine andrebbero a distruggere in tempo zero l’ozono, portando ad un aumento repentino e incontrollabile delle radiazioni UV-B sulla superficie terrestre, capaci di raggiungere un picco tra i sei e gli otto anni successivi al termine della guerra. Raggiungere questi risultati è stato possibile utilizzando come cavia degli esperimenti il mais, che sarebbe soggetto ad un calo dell’80% rispetto alle correnti rese annuali.

A seguito dell’inverno nucleare, sarebbero necessari fino a 12 anni prima che la produzione del cereale torni ad assestarsi su livelli accettabili, facendo comprendere come gli anni post bellici potrebbero rivelarsi capaci di risultare, se possibile, distruttivi tanto quanto le stagioni di guerra sul campo. Si tratta pur sempre di una sperimentazione, mentre lo spauracchio dell’effettivo scoppio del conflitto sembra attenuarsi con il passare dei giorni, ma è significativo precisare come quasi tutti i Paesi del mondo hanno a disposizione specifici piani di emergenza, in vista dello scenario peggiore.