Buchi neri, sono il pericolo maggiore per il nostro pianeta | Gli scienziati sempre in allerta: ora mandano una sonda minuscolo a controllarli

Buco nero nello spazio (Canva foto) - www.aerospacecue.it
Il mistero dei buchi neri diventa sempre più urgente da scoprire: l’idea intrepida e innovativa per esplorarli.
I buchi neri hanno sempre esercitato un misto di fascino e timore. Questi enigmi cosmici sfidano le nostre conoscenze, spingendo gli scienziati a cercare nuovi modi per comprenderne la natura. Da secoli, ciò che sappiamo proviene soltanto da osservazioni indirette, captando la loro influenza su stelle e gas circostanti.
Tra le ipotesi più suggestive degli ultimi anni, alcune mirano a spingersi oltre i limiti dell’osservazione a distanza. Immaginare di avvicinarsi a un buco nero può sembrare fantascienza, ma è proprio in questo confine tra sogno e realtà che la ricerca scientifica trova nuova linfa. L’idea di poter scrutare i segreti di un orizzonte degli eventi stimola una corsa tecnologica senza precedenti.
Il fascino di queste entità non è solo legato al loro aspetto misterioso: i buchi neri rappresentano una prova estrema per la fisica, un contesto dove le leggi note potrebbero vacillare. Poterli usare come “laboratori naturali” significherebbe testare teorie fondamentali in condizioni impossibili da riprodurre sulla Terra.
Come ricorda Wired, anche se oggi non esiste la tecnologia per una simile impresa, l’avanzamento degli strumenti spaziali potrebbe cambiare lo scenario nei prossimi decenni. Questo apre una finestra di possibilità in cui visioni audaci potrebbero diventare progetti concreti.
Un’idea che sfida le distanze cosmiche
A proporre una nuova strategia è Cosimo Bambi, astrofisico dell’Università di Fudan in Cina. La sua visione prevede l’invio di una nanosonda delle dimensioni di una graffetta, spinta inizialmente da laser terrestri e poi alimentata dall’energia solare. L’obiettivo sarebbe raggiungere un buco nero e orbitargli attorno per raccogliere dati diretti.
Le sfide sono due: individuare un candidato vicino e sviluppare sonde in grado di sopravvivere al viaggio. Oggi il buco nero più vicino conosciuto dista circa 1.600 anni luce, troppo per una missione fattibile. L’astrofisico ipotizza però che possano esistere buchi neri entro 20-25 anni luce, raggiungibili con la tecnologia futura.
Missione al limite della fantascienza
Se individuato l’obiettivo, il piano prevede di inviare più sonde in orbita attorno al buco nero, con una principale e altre più piccole capaci di comunicare tra loro. Analizzando lo scambio di segnali elettromagnetici, sarebbe possibile studiare con precisione il campo gravitazionale e il comportamento della luce vicino all’orizzonte degli eventi.
La missione, secondo i calcoli, durerebbe circa un secolo tra andata, raccolta dati e trasmissione verso la Terra. Per Bambi, nonostante i tempi e le difficoltà, un simile traguardo varrebbe l’attesa: molte scoperte oggi reali erano considerate impossibili solo pochi decenni fa.