Home » Marte regala ancora spettacolo | Hanno scoperto qualcosa che si trova solo in acqua: un corallo di milioni di anni fa

Marte regala ancora spettacolo | Hanno scoperto qualcosa che si trova solo in acqua: un corallo di milioni di anni fa

Coralli su Marte?

Coralli su Marte? (Canva-Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Una scoperta senza precedenti sul Pianeta. La comunità stessa continua ad essere stupita. E’ la prova che ogni limite può essere superato

Il Pianeta Rosso si è da sempre rivelato capace di attirare l’attenzione di appassionati e addetti ai lavori per via delle sue caratteristiche uniche, ma anche di alcuni tratti che la accomunano alla Terra.

Il fatto che il suo territorio, ad esempio, sia dominato dalla presenza di montagne e calotte polari, la durata del giorno marziano, approssimativamente accomunabile a quella dell’equivalente terrestre e l’alternarsi delle stagioni ne sono soltanto alcuni esempi.

Nel corso degli ultimi anni un numero sempre più elevato di missioni e spedizioni si stanno concentrando sul Pianeta alla ricerca di riserve d’acqua, da evidenziare, si ipotizza, soprattutto nelle profondità del Pianeta.

Ad interessare la comunità in modo particolare è proprio l’ipotesi che inquadrerebbe Marte come già capace di ospitare, milioni e milioni di anni fa, forme di vita, data la presenza di condizioni favorevoli, più di quanto appaiano oggi.

La preziosa testimonianza

Il rover Curiosity si è reso protagonista di una scoperta sensazionale che riguarda il Pianeta Rosso, da sempre capace di rivelarsi, di fatto, un contenitore di continue sorprese. Il dispositivo si trovava ad esplorare il cratere Gale quando ha improvvisamente individuato la presenza di una roccia simile in tutto e per tutto ad un corallo marino.

I successivi rilevamenti hanno permesso di individuarne la datazione a circa miliardi di anni fa, lasciando sorgere numerosi punti interrogativi circa la natura effettiva del Pianeta. Quello che in molti hanno descritto, in altri termini, come un pezzo di fulgurite, presenta una formazione ramificata, estesa per pochi centimetri, ricordante, per l’appunto, il minerale tendenzialmente fuso dal calore dei fulmini.

Corallo marziano
Corallo marziano (NASA-JPL-CALTECH foto) – www.aerospacecue.it

Il processo che ha condotto all’origine

Gli scienziati sono riusciti a comprendere come lo stesso rappresenti uno dei prodotti delle antiche condizioni climatiche di Marte, quando l’acqua era ancora presente sulla superficie del Pianeta, andandosi a depositare nelle sue crepe fino a trasportare minerali disciolti all’interno delle fessure stesse: è questo il processo che ha portato alla formazione dei “coralli marziani“, strettamente correlato, dunque, agli effetti degli eoni di sabbiatura.

Un’influenza significativa, poi, è quella attribuita alle tempeste di sabbia e polvere, determinanti per l’origine di tali fenomeni. A stupire ancora di più la comunità intera è il fatto che Curiosity sia stato in grado di individuare, impiegando una sofisticata fotocamera telescopica ad alta risoluzione, non unicamente il corallo, bensì anche differenti “simboli”, testimonianze, lasciate sul suolo rosso dalle tempeste di sabbia e vento, che vanno ad unirsi alle numerose testimonianze raccolte dal rover nel corso della sua esperienza ultradecennale. A riportare la notizia è Wired.it.