Sulla Luna c’è la vita | Non vedevano l’ora di dirlo: ci sono dei laghi che la ospitano da tempo

Illustrazione di una superficie lunare (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Un nuovo studio della NASA riapre il dibattito: forme di vita primitive potrebbero nascere in laghi alieni della luna.
Quando si parla di vita fuori dalla Terra, la mente corre subito a alieni verdi e pianeti lontanissimi. Ma la realtà — o meglio, la scienza — ci racconta qualcosa di molto più intrigante. Negli ultimi anni, le teorie sull’origine della vita si sono spostate sempre più verso ambienti inospitali ma vicini, dove nessuno pensava potesse esserci qualcosa di vivo.
Eppure, proprio lì, nel paesaggio lunare, si celano le sorprese più grandi. La vita potrebbe nascere in forme mai immaginate, magari molto diverse da quella terrestre, ma comunque… vita. Quei meccanismi invisibili che, in condizioni giuste, potrebbero trasformare molecole semplici in qualcosa di organizzato.
Un ordine spontaneo che lascia spazio a possibilità affascinanti. E più la ricerca avanza, più questi “segnali” sembrano moltiplicarsi in luoghi improbabili. Con le missioni spaziali moderne, alcuni corpi celesti che un tempo sembravano solo sfere fredde e morte si stanno rivelando ambienti dinamici.
Posti che respirano, nel loro modo alieno. E lì si nasconde forse qualcosa che somiglia a un’origine. È proprio in questi ecosistemi bizzarri che gli scienziati cercano indizi. Non più acqua come punto di partenza, ma altri liquidi, altre logiche. Il confine tra chimica e biologia si fa sfumato. E in mezzo a tutto questo… beh, ci sono delle bolle. Ma non le solite bolle.
Indizi nascosti in ambienti estremi
C’è una luna, per esempio, che ha qualcosa di speciale. I suoi laghi, anziché essere pieni d’acqua, traboccano di metano ed etano liquidi. Fa freddissimo, l’atmosfera è densa, eppure lì piove, evapora, si formano nuvole. Insomma, c’è un “clima”. Un ecosistema alieno che però ha delle regole. E questo è già qualcosa.
Secondo i ricercatori della NASA, in questi laghi potrebbe accadere qualcosa di davvero sorprendente. Le goccioline sollevate dal vento o dalla pioggia, in superficie, potrebbero essere ricoperte da molecole speciali. Quando una di queste cade di nuovo sul lago, le molecole si incontrano e formano una sorta di… bolla. O meglio, una vescicola. Una sacca microscopica con una membrana. E non è fantascienza.
L’ipotesi che cambia tutto
Lo dice chiaramente uno studio pubblicato sull’International Journal of Astrobiology e diffuso da NASA attraverso ScienceDaily. Quelle vescicole potrebbero formarsi da sole nei laghi di Titano, la luna più grande di Saturno. Somigliano molto a quelle che sulla Terra precedono la nascita delle cellule. E sì, questa cosa cambia parecchio. Queste vescicole non sono vive, no. Ma rappresentano un primo passo. Una struttura che separa l’interno dall’esterno, dove possono accadere cose complesse. Sulle Terre primordiali è andata così — forse.
Su Titano, le condizioni sono diverse, ma l’idea è la stessa: gocce che si organizzano, competono, sopravvivono. E magari, chissà, si evolvono. Se davvero questo processo avviene, allora la vita potrebbe emergere anche senza acqua, partendo da altri elementi e altre regole. Un colpo di scena che potrebbe rivoluzionare il modo in cui cerchiamo la vita nel cosmo.