Nessuno ci credeva, ma dopo questa foto sono rimasti esterrefatti | Ecco l’acqua su Marte: la quantità è enorme

Scoperta incredibile su Marte (Canva-Shutterstock foto) - www.aerospacecue.it
Uno dei quesiti più affascinanti e misteriosi ha finalmente raggiunto la tanto attesa risoluzione? Quello che è stato scoperto ha dell’incredibile
L’uomo si trova a ricercare la vita su Marte da svariati decenni, avendo posto questo obiettivo come uno dei più urgenti e significativi da raggiungere nel minor tempo possibile. Per questo si è assistito all’organizzazione di molteplici missioni verso il Pianeta Rosso.
Orbiter, rover e sonde che sono approdate sul territorio marziano, il più simile tra tutti i Pianeti del Sistema Solare alla nostra Terra, un tempo caratterizzato, per di più, dalla presenza di acqua liquida in superficie, nonché di ghiaccio sui poli opposti.
Le sue condizioni estreme tuttavia, a partire dall’atmosfera sottile, proseguendo con le temperature estremamente rigide, sembrerebbero apparentemente incompatibili con lo sviluppo e la sopravvivenza di vita microbica al giorno d’oggi, ma le ricerche si stanno concentrando, piuttosto, sul passato.
Ossia, sul comprendere l’eventuale presenza di forme di vita (e si parla sempre di microorganismi) sulla superficie del Pianeta nel corso dei milioni di anni passati: si tratterebbe di un’informazione cruciale per ipotizzare anche la futura possibilità di abitabilità e colonizzazione da parte dell’essere umano.
Cosa è stato individuato?
Il ritrovamento più sorprendente si è finalmente concretizzato. Acqua sotto la superficie di Marte, attraverso l’accurata mappatura dell’idrogeno sito nelle profondità del Pianeta Rosso, è stata rinvenuta grazie all’impiego di uno strumento particolarmente all’avanguardia, ossia il FREND del Trace Gas Orbiter. E’ vero che si è a lungo dibattuto su questa eventualità, nonché si è giunto a comprendere come l’acqua fosse effettivamente presente già diverse annate addietro, ma la stessa era stata individuata esclusivamente nelle regioni polari più fredde, per di più sottoforma di ghiaccio.
La grande novità nella recente scoperta, invece, sta nel fatto che il rinvenimento sia avvenuto in prossimità dell’equatore marziano, dove le temperature non risultano essere fredde a sufficienza per mantenerlo solido. Il TGO ha permesso agli scienziati di esplorare fino ad un metro nella profondità del Pianeta Rosso, allo scopo di individuare quelle che sono state descritte come oasi vere e proprie, impossibili da vedere con l’impiego di ogni altro qualsivoglia strumento.
Mai simili risultati prima d’ora
Infatti, i rover sino ad ora utilizzati, contando anche i rispettivi sistemi tecnologici, si sono concentrati esclusivamente sulla superficie del Pianeta, non riuscendo a procedere spingendosi più in profondità, dove l’acqua (non sotto forma di ghiaccio o rinchiusa nei minerali), potrebbe risiedere, anche se completamente ricoperta di polvere.
Ma nel concreto, quali elementi sono stati possibili da tracciare utilizzando FREND? A giungere all’attenzione degli scienziati è stata una specifica area ricca di idrogeno, all’interno di un sistema presentante caratteristiche analoghe ai canyon terrestri, poi ribattezzato Valles Marineris, con un’estensione complessiva analoga al territorio nazionale dei Paesi Bassi. L’ipotesi è che la stessa possa custodire fino al 40% di H2O, rendendosi inevitabilmente luogo potenzialmente più ricco e promettente, con necessità di proseguire gli approfondimenti, tenendo conto di come la comunità si stia avvicinando al vero e proprio punto di svolta: al momento in cui missioni umane andranno in scena verso il Pianeta Rosso, auspicando di costituire dei veri e propri insediamenti. A scriverlo è il sito ufficiale dell’ESA.