Astronomi basiti da quello che hanno appena visto | Un Pianeta è scomparso: se l’è mangiato una stella

Un evento sorprendente (Canva-Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Incredibile quanto accaduto: è stato rilevato in tempo reale. Nessuno aveva mai assistito ad un episodio del genere!
La nascita di un Pianeta ha origine a partire dal collasso di una nube di gas, attribuibile alla gravità, che porta alla formazione di una protostella, circondata da un disco protoplanetario ricco di grani di polvere, che finiscono per collidere formando i planetesimi.
La fase successiva è quella che conduce alla crescita dei planetesimi più grandi, fino a diventare protopianeti, quando attraggono la materia sita nelle loro circostanze. Se il calore “abbatte” i ghiacci presenti nei protopianeti, ecco che ad avere origine saranno pianeti rocciosi.
Viceversa, quando ci si trova lontani rispetto alla stella madre, la temperatura si abbassa e i protopianeti restano caratterizzati dalla vasta presenza di ghiacci e gas dando origine, per l’appunto, ai giganti ghiacciati e ai giganti gassosi.
Le stelle di recente origine sono caratterizzate da un vento stellare capace di eliminare il gas residuo ancora presente nel disco, con i pianeti che resistono che sono poi capaci di assumere orbite stabili. Alcuni possono sviluppare la presenza di materiali organici e acqua, a seguito di bombardamenti da parte di comete o asteroidi.
Un avvenimento scioccante
Ma vi siete mai chiesti come un Pianeta possa scomparire? Perché si, questa eventualità è totalmente possibile, sebbene inusuale. Che l’Universo sia in grado di stupirci sempre con manifestazioni imprevedibili è ormai acclarato, a tal punto che spesso sono gli esperti stessi a restare totalmente senza parole.
Le immagini raccolte dal Telescopio Spaziale Hubble hanno recentemente permesso ad un gruppo di astronomi provenienti dall’Università di Warwick di assistere praticamente in tempo reale al pasto compiuto da una stella nei confronti di un vicino Pianeta. Stiamo parlando di un corpo ghiacciato di piccole dimensioni, che in molti hanno immediatamente affiancato a Plutone per caratteristiche, che è stato letteralmente inghiottito da WD 1647+375, una nana bianca.
Delle firme imprevedibili
Se normalmente i detriti che precipitano sulle nane bianche, a seguito di opportuni rilevamenti risultano essere esclusivamente o almeno principalmente di natura rocciosa, questa volta non è stato così. Solitamente, poi, l’atmosfera delle nane bianche risulta essere composta prevalentemente da elio e idrogeno, teoria che anche in questo caso non ha trovato riscontro con la realtà.
A svelarlo i dati raccolti da Hubble, successivamente pubblicati sul Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, che hanno svelato come gli esperti siano stati in grado di rilevare una firma presentante elementi volatili quali Ossigeno, Azoto, Carbonio e Zolfo. Si tratta di indizi abbastanza chiari, che indicano come con tutta probabilità la nana bianca si trovasse ad assimilare frammenti glaciali riconducibili ad un oggetto ghiacciato, per di più ricco d’acqua, paragonabili ai corpi celesti ritenuti responsabili di aver condotto l’acqua sul nostro Pianeta. A scriverlo è Scenari Economici.it.