NASA, che figura | Beffata da dei dilettanti: hanno trovato questi resti extraterrestri prima degli esperti

NASA ed extraterrestri (Canva-Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Un rilevamento senza precedenti. Ma a rendersi protagonista della scoperta, sorprendentemente, non è stato l’ente più accreditato…
L’intera comunità scientifica si è a lungo interrogata, e a dirla tutta sta procedendo il proprio impegno, circa la possibilità di rilevamento di resti provenienti da luoghi remoti, lontani dalla Terra, magari sconosciuti e imprevedibili.
Le esplorazioni spaziali che stanno solcando gli ultimi anni della storia si stanno concentrando proprio sulla ricerca di indizi che possano condurre ad una conferma della già ipotizzata vita extraterrestre, che potrebbe aver avuto luogo su pianeti quali Marte.
Menzioniamo il Pianeta Rosso in quanto risulta essere quello che più di ogni altro presenta elementi comuni, a livello di caratteristiche, rispetto alla nostra Terra: si erge, perciò, a principale candidato per avere ospitato forme di vita semplici nel passato.
Per non parlare dell’affascinante scenario, più volte reso concreto dalla fantasia di scrittori e sceneggiatori, che vedrebbe tracce indicanti l’esistenza di una razza aliena direttamente sul nostro Pianeta: armi, tecnologie sconosciute, astronavi imprevedibili o addirittura corpi!
Una fondamentale collaborazione
Questa volta è stato un gruppo di astronomi dilettanti ad aiutare significativamente un team di esperti decisamente più qualificati ad individuare un elemento proveniente da una regione remota e sconosciuta. Stiamo parlando dell’asteroide 2023 CX1, che dopo aver attraversato i cieli della Francia settentrionale nell’ormai “lontano” 2023, terminò il proprio percorso disintegrandosi.
La sfida effettiva è consistita nell’identificazione della sua posizione: dopo l’ingresso nell’atmosfera, la disgregazione e la divisione in numerosi piccoli frammenti, infatti, gli esperti si sono trovati a dover affrontare alcuni ostacoli nell’identificazione della sua posizione. La NASA e l’ESA, collaborando congiuntamente, hanno effettuato un calcolo relativo al punto e all’orario esatto in cui l’asteroide è precipitato nell’atmosfera, avvalendosi del prezioso contributo offerto anche da prove video che mostrano il momento esatto della frammentazione, capace di fornire ulteriori informazioni circa l’interruzione del suo “ciclo vitale“.
Dettagli cruciali
La fine è arrivata in modo particolarmente violento, spezzandosi ad un’altezza di 28 km, approssimativamente, perdendo gran parte della massa che lo contraddistingueva inizialmente e rilasciando un elevata quantità di energia. Il rilevamento effettivo del primo detrito è avvenuto a Saint-Pierre-le-Viger, nella parte nord-ovest della Repubblica, al quale poi si sono aggiunti altri 12 frammenti circa, poi trasferiti per essere meticolosamente custoditi presso il Museo Nazionale di Storia Naturale Francese.
93 grammi di peso per il primissimo resto rinvenuto, la cui origine, così come quella dell’intero asteroide, è stata ricondotta dagli esperti alla famiglia Massalia, corpi che orbitano nella fascia principale degli asteroidi compresa tra Marte e Giove. I risultati prodotti dai vari approfondimenti che si sono succeduti dal momento dell’impatto fino al rilevamento dei frammenti dell’asteroide sono stati pubblicati su Nature Astronomy.