Home » Marte, gli astronomi non riuscivano a credere ai loro occhi | Quello appena scoperto è davvero un fiume

Marte, gli astronomi non riuscivano a credere ai loro occhi | Quello appena scoperto è davvero un fiume

Un fiume su Marte

Un fiume su Marte (Canva-Shutterstock foto) - www.aerospacecue.it

L’ennesima testimonianza concreta a sostegno di questa intrigante ipotesi. Ma c’è ancora un mondo da scoprire

Le ultime stagioni, in ambito astrofisico, sono state caratterizzate da una crescente attenzione nei riguardi del Pianeta Rosso: Marte. Ad attirare l’attenzione degli studiosi proprio su questo corpo sono vari elementi caratterizzanti dello stesso, che potrebbero renderlo molto più simile alla Terra di quanto pensiamo.

Il principale obiettivo verso il quale si stanno spendendo le differenti spedizioni di sistemi sulla superficie rossa, guarda caso, riguarda la ricerca di acqua su Marte, che se, effettivamente confermata, andrebbe a certificare la presenza di forme di vita passata.

Nel corso delle varie missioni sono stati rinvenuti residui di ghiaccio al di sotto della superficie e in corrispondenza dei poli. Un avvio interessante ma ancora insufficiente: si cercano fossili e molecole organiche, prove eventualmente schiaccianti a sostegno dell’ipotesi.

A livello atmosferico, poi, comparando Marte alla Terra è possibile denotare più di qualche punto in comune, a partire dalla presenza di CO2, in passato forse addirittura più densa. Cosa significa ciò? Beh, che avrebbe potuto favorire la risalita di acqua allo stato liquido direttamente in superficie.

Un prezioso contributo

Situato attualmente ai piedi del gigantesco Monte Sharp, sulla superficie marziana, il rover NASA Curiosity ha mirato verso il cratere Gale effettuando una delle istantanee maggiormente caratteristiche ed in grado di lasciare senza parole che ci siano mai giunte dal Pianeta Rosso. All’interno dell’immagine è possibile osservare, in corrispondenza del centro, proprio l’antico canale oggi noto come Peace Vallis, che nell’antichità – parliamo di miliardi e miliardi di anni fa – era addirittura capace di convogliare l’acqua direttamente all’interno del cratere, in modo molto simile a quanto i fiumi terrestri siano in grado di fare.

Ma come ha fatto un simile sistema ad originarsi su una superficie come quella marziana, scolpendo le valli a mestiere nel corso del tempo? C’è chi attribuisce immediatamente l’opera alla pioggia, chi ad un quantitativo enorme di neve sciolta o chi, addirittura, a sorgenti sotterranee, magari ancora presenti nelle profondità marziane.

Canale scavato su Marte
Canale scavato su Marte (NASA foto) – www.aerospacecue.it

A quali conclusioni si è giunti?

Quello che è certo è che la presenza, ed è facile individuarla sia nelle immagini, effettuate ad appena 19 km di distanza, sia nei differenti fotogrammi della Mastcam (ben 44), di strati rocciosi e depositi sedimentari, i quali potrebbero fornirci informazioni finora totalmente sconosciute circa il Pianeta Rosso e il passato in cui sarebbe stato addirittura capace di ospitare acqua allo stato liquido. Curiosity, al fine di entrare ben a fondo nella questione, è stato affiancato dal telescopio noto come ChemCam, in grado di rilevare con particolari anche le formazioni rocciose più lontane.

I dati raccolti, proprio per questo motivo, potranno rivelarsi di fondamentale importanza dal punto di vista dei ricercatori, i quali avranno modo di comprendere per quanto tempo i sedimenti hanno proseguito a fluire all’interno del cratere stesso. Pensate che fino ad oggi, a partire dal suo approdo datato 2011, il Rover Curiosity ha girovagato per Marte compiendo circa 352 milioni di miglia: l’obiettivo per il quale il dispositivo NASA sia stato mandato proprio lì è stato immediatamente dichiarato, ed è da ricercare proprio nell’obiettivo di ricostruzione della storia evolutiva del Pianeta, in modo da comprendere l’eventuale passata presenza di forme di vita microbica direttamente sulla sua superficie. A scriverlo è Mashable.