Venere, scoperta sorprendente | Questi avevano ragione: è molto più simile alla Terra di quanto si pensasse, nonostante le temperature

Il pianeta Venere (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Sotto la coltre tossica di Venere, qualcosa si muove: indizi geologici svelano un legame profondo con la Terra.
Per anni abbiamo guardato a Venere come al cugino un po’ scontroso della Terra. Stesse dimensioni, struttura simile, ma… un vero inferno in superficie. Eppure qualcosa, là sotto, potrebbe aver sempre fatto pensare a una parentela più stretta di quanto pensassimo. Venere ha sempre avuto un alone di mistero attorno, tra quelle nuvole dense e tossiche che coprono tutto come un mantello.
Chi studia i pianeti lo sa bene: le apparenze possono ingannare. Anche se la superficie di Venere sembra statica e bruciata, il cuore del pianeta potrebbe raccontare un’altra storia. C’è un motivo se gli scienziati continuano a fissarlo con interesse crescente. Forse proprio perché è tutto quello che non si vede a renderlo affascinante.
Ci siamo sempre chiesti, insomma, come mai due pianeti così simili siano diventati così diversi. La Terra vive e respira, si muove, cambia. Venere? Beh, si pensava fosse un forno spento, congelato nel suo calore… ok, sembra un paradosso, ma rende l’idea. Per tanto tempo lo abbiamo considerato un mondo fermo, bloccato dopo un’enorme eruzione, tipo 800 milioni di anni fa.
Eppure, anche nel silenzio apparente, qualcosa si muove. Ed è proprio il modo in cui si muove la crosta terrestre che ha sempre fatto la differenza. Senza placche tettoniche, niente montagne, niente vulcani, niente vita come la conosciamo. Ma ecco che arriva un dubbio: siamo sicuri che Venere sia davvero così immobile come credevamo?
Movimenti nascosti sotto la superficie
La visione statica del pianeta è stata scardinata da una nuova interpretazione dei dati raccolti dalla sonda Magellan negli anni ’90. Un team internazionale di scienziati ha esaminato 75 strutture circolari chiamate “coronae”, scoprendo che ben 52 di esse mostrano anomalie gravitazionali coerenti con una sorprendente attività tettonica ancora in corso. Utilizzando modelli avanzati, i ricercatori hanno individuato segnali di materiali caldi e leggeri che risalgono dal mantello.
Questi segnali, simili a quelli della subduzione terrestre, suggeriscono una dinamica geologica interna ancora attiva. Le “coronae” analizzate presentano dislivelli e trench compatibili con una crosta che sprofonda nel sottosuolo, in uno schema che ricorda l’“Anello di Fuoco” terrestre, ma con una forma circolare. I risultati sono stati ottenuti dal team guidato da Anna Gülcher (Università di Berna) e Gael Cascioli (NASA Goddard e UMBC).
Una nuova immagine di Venere si fa strada
Come riporta Libero Tecnologia, questa scoperta cambia radicalmente le ipotesi sul passato e sul presente del pianeta. Se confermata, la presenza di tettonica attiva renderebbe Venere molto più simile alla Terra di quanto si ritenesse. La somiglianza non sarebbe più soltanto fisica, ma anche dinamica e strutturale, e ciò aprirebbe nuove riflessioni sul potenziale geologico dei pianeti extrasolari.
In attesa della missione Veritas della NASA, che fornirà dati ad altissima risoluzione, gli scienziati restano cauti. Tuttavia, la possibilità che Venere non sia un mondo spento ma un pianeta vivo, capace di mutare e respirare attraverso la sua crosta, spinge la ricerca oltre i confini del pregiudizio scientifico.