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Luna, una nuova scoperta cambia tutte le teorie scientifiche | L’impatto devastante c’é stato, ma è arrivato da qui

Un mistero senza eguali sulla Luna

Un mistero senza eguali sulla Luna (Shutterstock foto) - www.aerospacecue.it

Erano stati tutti convinti del contrario. Adesso molti punti interrogativi appaiono più chiari: sconvolgimento totale!

La Luna è stata capace di rendersi protagonista di una serie di fenomeni a dir poco sorprendenti, che hanno scandito i periodi e la storia dell’astronomia, passata, moderna e contemporanea. E non ci si limita ad inquadrare soltanto i più comuni, come Eclissi o Aloni.

Gli scienziati si sono, infatti, resi spettatori di manifestazioni quali i TLP, ossia i lampi transienti, bagliori di breve durata, che possono comparire anche come vere e proprie macchie luminose e che possono essere osservate direttamente sulla superficie lunare, anche se i motivi alla base non sono ancora stati chiariti.

Eventuali impatti di meteoriti sulla superficie del nostro unico satellite terrestre, data la totale assenza di atmosfera, provocano fenomeni che sono stati descritti come lampi improvvisi, moltiplicati e ravvicinati quando a concretizzarsi sono vere e proprie piogge meteoritiche.

Le missioni che si sono concentrate su approfondimenti del suolo lunare hanno, altresì, permesso di svelare la presenza di formazioni uniche e curiose, che hanno inevitabilmente spalancato le porte alla diffusione di ipotesi nuove circa il ciclo evolutivo del satellite.

La convinzione unanime

Un recente studio ha posto il proprio mirino sul bacino Polo Sud-Aitken, più grande cratere che la Luna ospita, arrivando a mettere in dubbio le certezze fino ad ora assorbite circa la sua origine. Presentando ben 2.500 km di diametro e fino a 12 km di profondità, le sue dimensioni lo hanno immediatamente reso più che curioso da analizzare: le ricerche hanno permesso di datarne la formazione a circa 4,3 miliardi di anni fa, in un periodo in cui la Luna risultava ancora parzialmente fusa.

Ma fino ad ora gli astronomi erano convinti che un asteroide proveniente da una direzione meridionale avesse proceduto a colpire la superficie, prima di spingere il materiale nel verso opposto: tuttavia, una recente analisi guidata da Jeffrey Andrews-Hanna dell’Università dell’Arizona ha aperto le porte ad una spiegazione del tutto nuova. Lo ha fatto a seguito di un meticoloso lavoro, che ha incluso l’utilizzo di topografici e gravitazionali, indispensabili per definire i confini esatti del cratere come mai era stato possibile fare sino ad ora. In questo modo il gruppo di ricerca ha compreso che la struttura subisce un restringimento verso sud, indicando la strada che mai era stata presa in considerazione prima.

Polo Sud-Atiken
Polo Sud-Atiken(Naval Research Laboratory foto) – www.aerospacecue.it

Porte aperte ad un’ulteriore ipotesi

Un impatto proveniente da nord, che cambierebbe drasticamente le credenze sino ad ora sostenute dalla comunità intera. Si è proceduto con un preciso confronto del bacino con crateri simili, come Hellas, rinvenuto su Marte, evidenziando una spaventosa corrispondenza in termini di caratteristiche di impatto.

L’importanza è totale, perché un simile urto potrebbe aver provocato drastiche modifiche in termini di dispersione di calore a seguito della formazione, accelerando il raffreddamento in determinate zone e rallentandolo in altri distretti, fino ad esercitare un’influenza significativa sulla composizione della crosta. La pista recentemente percorsa, in altre parole, sarebbe in grado di spiegare perché la Luna presenta differenze nette in termini geologici e chimici tra i due emisferi. A riferirlo è un articolo pubblicato su Nature.