Il cratere più antico della Luna custodisce torio e materiali radioattivi: nuove scoperte sulla sua origine
Cratere lunare (Shutterstock foto) - www.aerospacecue.it
Il mistero è rimasto nascosto fino ad oggi. Ma questa scoperta potrebbe aprire scenari del tutto inaspettati sulla natura del Cratere
4,3 miliardi di anni fa il Sistema Solare, per come lo conosciamo oggi, si trovava nel pieno del suo processo di formazione, durante una delle primissime fasi. Fu proprio durante questo periodo che un asteroide caratterizzato da significative dimensioni raggiunse, schiantandosi, la faccia oscura della Luna.
E’ qui che ebbe origine, almeno secondo le più accreditate ipotesi condivise da diversi esperti del settore, il più grande cratere che il satellite naturale ospita, ossia il bacino Polo Sud-Aitken, la cui formazione viene fatta risalire all’epoca pre-nectariana, intercorsa tra 4,5 e 3,9 miliardi di anni fa.
Si tratta di un elemento di importanza cruciale dal punto di vista degli studiosi, che nel corso degli anni sono riusciti ad apprendere sempre più dettagli circa le sue caratteristiche. La sua forma, definita oblunga, si estende per oltre 1.900 km di altezza e per circa 1.600 di larghezza.
Questo aspetto ha lasciato ipotizzare che l’impatto sia avvenuto obliquamente e non frontalmente. Ma i risvolti più curiosi sono emersi successivamente, quando la sua forma è stata confrontata con altri bacini da impatto situati nel Sistema Solare.
Ci si appresta a compiere un passo cruciale
Mentre gli astronauti si avvicinano sempre di più all’effettivo concretizzarsi della missione NASA Artemis, che permetterà per la prima volta dopo oltre mezzo secolo ad un gruppo di esploratori in carne ed ossa di porre nuovamente la propria impronta sul suolo lunare, gli studi dalla Terra che si concentrano sulla bizzarra conformazione geofisica del satellite procedono incessanti.
Manca ormai sempre meno al momento in cui, per la prima volta nella storia, nel Polo Sud lunare, dove l’approdo degli astronauti è stato programmato, gli stessi si ritroveranno faccia a faccia con il bacino Aitken, potendo esplorare questo territorio caratterizzato dalla presenza di materiali radioattivi e torio. Un recente studio pubblicato su Nature espone come la comparazione del Bacino con altri crateri da impatto abbia permesso di approfondire come i bordi dello stesso Polo Sud-Aitken siano soggetti ad un assottigliamento nella parte meridionale, assumendo una forma che può essere descritta come quella di una lacrima.

L’importanza di ogni singolo aspetto
Questo dettaglio non è assolutamente da tralasciare, perché spalanca le porte all’ipotesi di formazione del cratere a partire da un impatto di un asteroide proveniente dalla direzione meridionale. Il primo autore dello studio, il ricercatore Jeffrey Andrews-Hanna, ricercatore presso il Lunar and Planetary Laboratory dell’Università dell’Arizona, ha ribadito quale sia il posto migliore possibile dal quale gli studiosi potranno approfondire il bacino d’impatto più esteso dell’intera Luna.
Il riferimento è lampante e corrisponde esattamente al sito in cui la missione avrà inizio, con l’effettivo sbarco. Qui la maggior parte del materiale che ha origine direttamente dalle profondità lunari, noto come eiezione, potrebbe già essersi accumulato. A riportare la notizia è un articolo pubblicato su Media INAF.
