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Universo al capolinea, gli astronomi sono davvero preoccupati | Hanno scoperto la data della morte: sarà buio totale

L'Universo vede la sua fine

L'Universo vede la sua fine (Freepik foto) - www.aerospacecue.it

Tutto potrebbe cessare di esistere molto prima rispetto a quanto originariamente previsto. Non ci sarà via di fuga possibile!

La teoria che sembra ormai essere quasi del tutto conclamata è quella che attribuisce l’origine dell’Universo al Big Bang, che circa 13,8 miliardi di anni fa permise agli accumuli di materia ed energia di trasformarsi nelle primissime particelle elementari.

Si partì, dunque, dall’origine di elettroni, neutroni e protoni, appena prima di assistere alla nascita dei primissimi nuclei di elio ed idrogeno, già nei minuti successivi.

Gli atomi neutri, che permisero la nascita della radiazione cosmica di fondo, oggi considerata una vera e propria eco del Big Bang, che riecheggia da miliardi di anni a questa parte, fecero la loro comparsa circa 300.000 anni dopo.

Dopo circa 100 milioni di anni dal Big Bang, invece, l’Universo si arricchì grazie alla presenza di stelle e galassie, le prime ad avere origine, che poi condurranno alla formazione di ammassi stellari, nebulose, pianeti e i rispettivi sistemi di appartenenza.

Un destino imprevisto

Quale sarà la fine dell’Universo? Si tratta di una delle domande maggiormente ricorrenti all’interno della comunità scientifica globale, in merito alla quale con enorme frequenza si concentrano ricerche di vario genere da parte degli studiosi. Questa volta ci hanno pensato tre olandesi provenienti dalla Radboud University, ossia Heino Falcke, Michael Wondrak e Walter van Suijlekom, che all’interno di un articolo pubblicato lo scorso Maggio sul Journal of Cosmology and Astroparticle Physics, concentratosi sulla rivalutazione della radiazione di Hawking, tentano di dimostrare come, alla stregua dei buchi neri, anche i netruon star e le nane bianche sono potenzialmente capaci di evaporare quando soggette ad uno specifico meccanismo quantistico.

A seguito degli approfondimenti condotti è stato possibile stabilire che il Cosmo cesserà definitivamente di esistere molto prima rispetto alle attese precedentemente indicate. Ma prima di sviscerare effettivamente questa informazione, risulta cruciale comprendere la teoria originaria formulata da Hawking e il meccanismo correlato, ora ampliato grazie allo sviluppo del nuovo studio a riguardo.

Neutron Star
Neutron Star (Pixabay foto) – www.aerospacecue.it

Il principio teorico e le sue implicazioni dirette

La curvatura spazio-temporale è in grado di generare coppie di particelle virtuali quando si trova in prossimità di un oggetto massiccio: ma una viene catturata, mentre l’altra sfugge sottoforma di radiazione. E’ a partire da questa base che è stato possibile prevedere i tempi di scomparsa, indicati in anni, che i vari elementi a composizione del Cosmo subiranno nei tempi a venire. La data cosmica ultima più duratura è quella che riguarderà le nane bianche, pari a circa 10⁷⁸, seguita dai buchi neri stellari e dalle neutron star, entrambi caratterizzati da una proiezione di 10⁶⁷.

E per quanto riguarda la Luna e il corpo umano? Si parla di tempi, di fatto, inimmaginabili, ma che essendo stati inclusi nel medesimo calcolo sono stati in grado di fornire un preciso risultato: 10⁹⁰ anni. La sopravvivenza cosmica, come emerso nel merito delle indagini, sembra quindi dipendere in modo più determinante dalla densità media di un corpo celeste, rispetto che alla sua massa nominale. A riportarlo è HD Blog.it.