3I/ATLAS, smentite tutte le teorie complottiste | Gli scienziati li hanno messi alle corde: nessun pericolo alieno
 
                        Tra le comete più curiose mai osservate (IGO foto) - www.aerospacecue.it
Si pensava potesse trattarsi della prima concreta minaccia aliena. Ci si preparava ad un conflitto tra civiltà. Ma nulla di questo accadrà (almeno per ora)
La denominazione 3I/ATLAS fa riferimento ad una cometa interstellare, proveniente da un Sistema diverso rispetto a quello in cui ha sede il Pianeta Terra, ma che si trova correntemente proprio al suo interno, compiendo un attraversamento che allarma e non poco.
Il suo nome deriva dal sistema di telescopi che ne ha permesso la scoperta, ossia Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System – il cui acronimo è, per l’appunto, ATLAS – mentre il prefisso 3I sta a significare che si tratta del terzo oggetto interstellare mai scoperto nella storia.
Non essendo legata gravitazionalmente né al Sole né a nessun’altra stella, una volta terminato il suo passaggio all’interno del nostro Sistema procederà a tornare nella regione interstellare da cui proviene, assumendo la medesima velocità che possiede attualmente, pari a decine di km al secondo.
Pur non essendo visibile ad occhio nudo, l’impiego di sistemi avanzati come telescopi di ultima generazione permette ai ricercatori di individuarne e studiare la traiettoria, nonché le caratteristiche, totalmente diverse rispetto alle tradizionali comete del Sistema Solare, in primis per via del materiale.
Un’intrusione aliena?
Come riportato da Astrospace.it, l’ultima immagine rilevata rispetto alla cometa interstellare evidenzia la presenza di un getto di ghiaccio e polveri che la stessa avrebbe emesso in direzione del Sole, nella quale è possibile individuare chiaramente un punto nero e la sua luminosa chioma, oltre al chiaro getto, evidenziato da un colorito viola.
Si presume che questo getto fosse composto da particelle di polvere e anidride carbonica, come evidenziato già dal momento della primissima segnalazione della sua presenza, avvenuto il 15 Ottobre scorso. L’immagine è stata eseguita, invece, ad Agosto, grazie all’impiego del Telescopio Twin, facente parte dell’Osservatorio del Teide, presso le Isole Canarie.

In attesa di apprendere nuove informazioni
La manifestazione del fenomeno è parsa molto simile a quanto già osservato in comete all’interno del Sistema Solare, nelle quali il riscaldamento solare porta all’attivazione di zone superficiali poco resistenti, favorendo la fuoriuscita di getti a partire da polveri e gas sublimati. Attraverso l’Astronomer’s Telegram, è stato definito che quando tra il 29 e il 30 Ottobre la cometa raggiungerà il Sole nel punto più vicino riuscirà a passare entro 1.8 Unità Astronomiche dalla Terra, appena prima di proseguire il percorso verso lo Spazio profondo.
Ma osservare la sua attività, in quanto cometa interstellare, permetterà di individuare eventuali forze capaci di modellare questi oggetti cosmici, cercando di comprendere se e come riescano ad operare, anche paragonandone l’influenza tra stimoli provenienti dal nostro o da sistemi lontani.
