Spettroscoplca delle eclissi, è pazzesco: “è la prima volta in assoluto” I Esopianeta ‘mappato’ in 3D, il gigante gassoso come non l’abbiamo mai visto
Eclissi (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Gli scienziati e astronomi grazie alla spettroscopia delle eclissi solari riescono ad individuare alcuni esopianeti.
La spettroscopia delle eclissi è una delle tecniche più affascinanti e importanti della moderna astronomia. Essa consiste nello studio della luce proveniente da una stella o da un pianeta durante un’eclissi, cioè quando un corpo celeste ne oscura parzialmente o totalmente un altro.
Analizzando lo spettro della luce, gli scienziati possono ricavare informazioni preziose sulla composizione chimica, la temperatura, la densità e la presenza di eventuali atmosfere. Questa tecnica è nata dallo stesso principio che ci permette di scomporre la luce solare nei suoi vari colori, ma applicata a eventi cosmici di enorme valore scientifico.
Durante un’eclissi, ad esempio quella di un pianeta davanti alla sua stella, parte della luce stellare attraversa l’atmosfera del pianeta prima di raggiungere i nostri telescopi. Studiando lo spettro di questa luce, gli astronomi possono individuare tracce di gas come ossigeno, metano o anidride carbonica, segnali che indicano la composizione dell’atmosfera e, in alcuni casi, la possibile presenza di condizioni favorevoli alla vita.
La spettroscopia delle eclissi è dunque uno strumento chiave anche nella ricerca di esopianeti abitabili e nella comprensione dei processi fisici che regolano i corpi celesti. Inoltre, questa tecnica è stata utilizzata anche per studiare il Sole, in particolare durante le eclissi totali.
Luce e materia
Quando la Luna copre completamente il disco solare, gli astronomi possono osservare la corona solare, analizzandone la composizione e le variazioni di temperatura. Fu proprio grazie alla spettroscopia durante un’eclissi che venne scoperto l’elemento elio nel 1868, prima ancora che fosse individuato sulla Terra.
La spettroscopia delle eclissi rappresenta un ponte tra la luce e la materia, tra la teoria e l’osservazione. Ogni eclissi diventa così un laboratorio naturale in cui il cosmo rivela i suoi segreti, un’occasione unica per guardare oltre l’oscurità e comprendere meglio l’universo che ci circonda.

Esopianeti
Come riporta media.inaf.it, la prima mappa in 3D dell’atmosfera di un esopianeta, realizzata grazie al telescopio spaziale James Webb e pubblicata su Nature Astronomy, rappresenta una svolta nella conoscenza dei mondi extrasolari.
L’oggetto di studio è Wasp-18b, un gigante gassoso ultra-caldo situato a circa 400 anni luce dalla Terra, la cui temperatura è talmente elevata da scindere le molecole di vapor d’acqua presenti nell’atmosfera. Il risultato è stato ottenuto utilizzando la mappatura spettroscopica delle eclissi, una tecnica che analizza la luce del pianeta quando passa dietro la sua stella, permettendo di dedurre la composizione e la struttura termica dei suoi strati atmosferici.
