Il sistema solare viaggia tre volte più veloce: l’universo è meno uniforme di quanto credessimo?
Una nuova misurazione del moto del sistema solare sfida i modelli attuali e riapre interrogativi sulla simmetria e l’evoluzione dell’universo.
Da secoli, gli scienziati cercano di mappare con precisione il movimento della Terra e del sistema solare nello spazio, utilizzando modelli sempre più sofisticati. Ma cosa accadrebbe se i dati più recenti indicassero che tutto il nostro sistema planetario si muove a una velocità molto superiore a quella stimata finora? Il concetto stesso di “normalità cosmica” potrebbe essere messo in discussione.
Il moto del nostro sistema nel cosmo è impercettibile, ma è fondamentale per calibrare strumenti, interpretare segnali astrofisici e validare teorie cosmologiche. Si tratta di un parametro chiave, spesso dato per acquisito, che però ora potrebbe dover essere riscritto. Una simile revisione implicherebbe conseguenze a catena sulle nostre mappe dell’universo e sulla comprensione delle sue leggi fondamentali.
Già in passato, piccoli scostamenti nei dati hanno portato a grandi rivoluzioni nella fisica, come nel caso della materia oscura o dell’espansione accelerata dell’universo. Tuttavia, un’accelerazione del nostro sistema solare di questa portata potrebbe richiedere una rivalutazione profonda dei presupposti del modello cosmologico standard, cioè il quadro teorico su cui si basano la maggior parte delle simulazioni dell’universo osservabile.
Alcuni studiosi restano prudenti, suggerendo che le anomalie possano derivare da distribuzioni irregolari di galassie o effetti locali non ancora ben compresi. Ma se nuove conferme arrivassero da fonti indipendenti, si aprirebbe uno scenario ben più radicale. Una rivoluzione non tanto nei dati, quanto nel modo in cui li interpretiamo.
Un universo più irregolare di quanto pensassimo?
Il team di ricercatori guidato da Lukas Böhme ha utilizzato la rete di radiotelescopi LOFAR e altre due strutture per osservare la distribuzione di galassie radio. Questi oggetti, che emettono onde radio molto potenti, sono strumenti ideali per misurare il moto del nostro sistema attraverso lo spazio. Le onde radio, infatti, attraversano gas e polveri cosmiche senza venire assorbite, offrendo una visione chiara anche delle zone più remote dell’universo.
Secondo i dati raccolti, l’anisotropia nella distribuzione delle galassie radio, cioè la loro concentrazione in una direzione preferenziale, è 3,7 volte più intensa di quanto previsto dal modello standard. Questo suggerisce che il sistema solare si muova a una velocità oltre tre volte superiore a quella stimata. Una discrepanza così significativa non può più essere ignorata né attribuita a semplici errori di calcolo.
Una sfida diretta al modello cosmologico standard
Il risultato è sorprendente, ma non completamente isolato. Studi precedenti su quasar nell’infrarosso avevano già indicato anomalie simili, anche se non erano stati considerati decisivi. Ora, la coincidenza tra dati indipendenti sembra indicare che ci troviamo davanti a un fenomeno reale e persistente, non a un errore sistematico o strumentale.
Secondo Dominik J. Schwarz, cosmologo del team, potrebbero esserci due possibilità: o il nostro modello dell’universo ha lacune significative, oppure la distribuzione delle galassie radio non è così uniforme come pensavamo. In entrambi i casi, le implicazioni sono profonde. L’universo, così come lo conosciamo, potrebbe non essere simmetrico, omogeneo e prevedibile come ipotizzato. E il viaggio del sistema solare potrebbe portarci molto più lontano — anche nella comprensione della realtà stessa.

