Cosa ha trovato la NASA nei campioni di OSIRIS-REx?
I campioni prelevati dall’asteroide Bennu dalla missione NASA OSIRIS-REx continuano a rivoluzionare la nostra comprensione dell’origine del Sistema Solare e della vita sulla Terra.
Zuccheri bio-essenziali, una misteriosa “gomma spaziale” e una quantità sorprendente di polveri stellari sono solo alcune delle straordinarie scoperte emerse da tre nuovi studi pubblicati su Nature Geoscience e Nature Astronomy.
Una capsula del tempo dal Sistema Solare primordiale
La missione OSIRIS-REx della NASA, con il suo storico ritorno sulla Terra nel 2023, ha portato con sé campioni incontaminati dell’asteroide Bennu, una roccia primordiale rimasta praticamente intatta per miliardi di anni. A distanza di mesi dall’analisi dei materiali, i risultati non smettono di sorprendere.
Tre nuovi studi scientifici dimostrano che Bennu non è solo un pezzo di roccia spaziale, ma una vera e propria capsula del tempo chimica che racchiude alcuni degli ingredienti fondamentali della vita.
Zuccheri bio-essenziali: ribosio e glucosio trovati su Bennu
Il primo studio, guidato dal geochimico Yoshihiro Furukawa dell’Università di Tohoku, rivela la presenza di due zuccheri essenziali per la vita sulla Terra: ribosio (uno zucchero a 5 atomi di carbonio) e glucosio (a 6 atomi di carbonio).
- Il ribosio è parte fondamentale della struttura dell’RNA, che molti scienziati considerano il primo materiale genetico comparso sulla Terra.
- Il glucosio è la principale fonte di energia cellulare e componente di base di materiali strutturali come la cellulosa.
Per la prima volta, il glucosio è stato identificato in un campione extraterrestre. Questa scoperta rafforza la teoria secondo cui i mattoni della vita, zuccheri, aminoacidi, basi azotate, acidi carbossilici e fosfati, erano già presenti nello spazio prima dell’origine della vita sulla Terra.
“Il ribosio, insieme alle basi azotate e ai fosfati già rilevati, completa tutti i componenti necessari per formare una molecola di RNA”, spiega Furukawa.
Questa evidenza supporta l’ipotesi dell’“RNA world”, secondo cui le prime forme di vita si basavano esclusivamente sull’RNA, in grado sia di immagazzinare informazioni genetiche sia di catalizzare reazioni chimiche.
La misteriosa “gomma spaziale”: un nuovo tipo di materiale organico
Il secondo studio, condotto da Scott Sandford della NASA Ames Research Center e Zack Gainsforth della University of California, Berkeley, descrive la scoperta di un materiale mai osservato prima in campioni extraterrestri: una “gomma spaziale”.
Si tratta di un composto polimerico flessibile, ricco di azoto e ossigeno, con caratteristiche simili alla plastica poliuretanica, anche se meno ordinato e con una struttura chimica variabile.
“Questa sostanza sembra essere uno dei primi prodotti chimici formatisi all’interno del corpo progenitore di Bennu, molto prima che l’acqua rendesse instabili i materiali primitivi,” spiega Sandford.
Caratteristiche chiave della “gomma spaziale”:
- Originata da reazioni tra ammoniaca e anidride carbonica su granelli di ghiaccio
- Resistente all’acqua, indice della sua formazione prima dell’ambiente acquoso
- Pieghevole e duttile, ma fragile sotto esposizione prolungata a radiazioni
Le analisi, condotte al Molecular Foundry del Lawrence Berkeley National Laboratory, hanno impiegato microscopi elettronici, spettroscopia a raggi X e manipolazioni nanometriche che hanno svelato la natura di questo materiale mai identificato in precedenza.
Polveri di supernova: una traccia delle origini stellari
Il terzo studio, guidato da Ann Nguyen del NASA Johnson Space Center, ha indagato la presenza di grani presolari, particelle di polvere stellare formatesi prima della nascita del nostro Sistema Solare, nei campioni di Bennu.
E i risultati sono stati straordinari: i campioni di Bennu contengono sei volte più polveri di supernova rispetto a qualsiasi altro materiale extraterrestre studiato finora.
“La loro presenza suggerisce che l’asteroide si sia formato in una regione del disco protoplanetario ricca di resti stellari,” afferma Nguyen.
Nonostante il corpo progenitore di Bennu abbia subito processi di alterazione acquosa, in alcuni campioni si conservano ancora:
- Grani di silicato presolare, altamente sensibili all’acqua
- Molecole organiche primitive
Questa conservazione dimostra che porzioni del materiale originale dell’asteroide sono rimaste intatte per miliardi di anni, fornendo una finestra diretta sulla materia primordiale da cui è nato il Sistema Solare.
OSIRIS-REx: una missione pionieristica
La missione OSIRIS-REx (Origins, Spectral Interpretation, Resource Identification, Security, Regolith Explorer), lanciata nel 2016 e rientrata con successo nel 2023, è gestita dalla NASA Goddard Space Flight Center e ha visto il contributo di:
- University of Arizona, responsabile della parte scientifica
- Lockheed Martin, per costruzione e operazioni del veicolo
- Canadian Space Agency e JAXA, con collaborazioni sugli strumenti e lo studio dei campioni
La vita potrebbe davvero essere nata dalle stelle?
Le scoperte effettuate su Bennu rafforzano l’idea che i mattoni della vita non siano un’esclusiva terrestre, ma abbiano avuto origine extraterrestre. Zuccheri, basi azotate, molecole plastiche e polveri di supernova mostrano un panorama ricco di possibilità chimiche nell’ambiente primordiale del Sistema Solare.
Studiare questi campioni consente non solo di comprendere meglio le origini della Terra, ma anche di riflettere su una domanda ancora più ampia: se i componenti della vita erano già presenti nei primi asteroidi, quanto è comune la vita nell’universo?
