Comete, l’Università del Michigan ha fatto un regalo enorme all’umanità | Ne ha scoperte ben sette che si nascondevano da decenni
![Illustrazione di una cometa (Pixabay) (1)](https://www.aerospacecue.it/wp-content/uploads/2024/12/Illustrazione-di-una-cometa-Pixabay-1-1024x592.jpg)
Illustrazione di una cometa (Pixabay FOTO) - www.aerospacecue.it
Nuove comete entrano a far parte delle nostre vite grazie all’Università del Michigan. Da decenni queste sono state nascoste.
Le comete sono scoperte principalmente attraverso telescopi terrestri e spaziali, che monitorano costantemente il cielo. Gli astronomi individuano questi oggetti come punti luminosi che si muovono rispetto alle stelle fisse, spesso circondati da una chioma diffusa, caratteristica del materiale sublimato dalla superficie della cometa.
Negli ultimi decenni, telescopi automatici e programmi come il Catalina Sky Survey o il Pan-STARRS hanno svolto un ruolo cruciale nella scoperta di nuove comete.
Questi sistemi, grazie a sofisticati algoritmi, confrontano immagini successive dello stesso campo stellare per individuare oggetti in movimento.
Le missioni spaziali, come SOHO (Solar and Heliospheric Observatory), hanno rivoluzionato la scoperta delle comete. SOHO, progettato per studiare il Sole, ha identificato centinaia di comete durante il loro passaggio vicino alla nostra stella, grazie a strumenti capaci di rilevare oggetti che altrimenti sarebbero invisibili dalla Terra.
La scoperta di nuove comete
I ricercatori del College of Natural Science della Michigan State University hanno identificato sette nuove comete oscure, raddoppiando il numero di questi oggetti celesti conosciuti. I risultati, pubblicati sulla prestigiosa rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), hanno portato alla classificazione di queste comete in due categorie: interne ed esterne al Sistema Solare. Si tratta di corpi celesti con caratteristiche ibride, che combinano l’aspetto degli asteroidi con i movimenti e le accelerazioni tipiche delle comete, pur non manifestando una coda visibile.
L’identificazione di queste comete oscure è stata resa possibile grazie all’osservazione di anomalie orbitali e al rilascio di materiali volatili che influenzano le loro traiettorie. Utilizzando strumenti avanzati come il Very Large Telescope dell’European Southern Observatory, i ricercatori hanno analizzato albedo e orbite, individuando due popolazioni distinte. Le comete oscure esterne, di grandi dimensioni e con orbite eccentriche, potrebbero contenere ghiaccio simile a quello delle comete tradizionali. Al contrario, le comete oscure interne, più piccole e con orbite quasi circolari, sembrano provenire dalla fascia degli asteroidi.
![Comete nel cielo](https://www.aerospacecue.it/wp-content/uploads/2024/12/Comete-nel-cielo.jpg)
Implicazioni e prospettive future
La scoperta delle comete oscure offre nuove prospettive sul ruolo di questi corpi nell’evoluzione del Sistema Solare e nell’origine della vita sulla Terra. Gli scienziati ipotizzano che tali oggetti possano aver contribuito al trasporto di acqua e materiali volatili necessari per lo sviluppo della vita. In particolare, le comete oscure esterne, con le loro riserve di ghiaccio, rappresentano una potenziale fonte di materiali primitivi, mentre quelle interne sollevano interrogativi sulla loro composizione ed evoluzione.
Questa scoperta mette in discussione le tradizionali classificazioni di asteroidi e comete, suggerendo che il Sistema Solare sia un ambiente molto più complesso di quanto si pensasse. Con 14 comete oscure ora conosciute, ci sono opportunità significative per future ricerche, che potranno fornire risposte sulla formazione dei pianeti e sul trasporto di materiali chiave. Come ha sottolineato Louise Edwards, direttrice della National Science Foundation, questi studi rappresentano una finestra unica per comprendere meglio il nostro passato cosmico.