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Scoperta eclatante nell’Universo | Ecco la sosia della Via Lattea: se non ci fosse questo si sarebbero confuso tutti

Illustrazione della Via Lattea (Pixabay foto) - www.aerospacecue.it

Illustrazione della Via Lattea (Pixabay foto) - www.aerospacecue.it

Gli scienziati suggeriscono la presenza di una “galassia” realmente simile alla Via Lattea. Nessuno avrebbe mai potuto prevederlo

La Via Lattea, in cui il nostro pianeta risiede, appartiene alla famiglia delle galassie a spirale barrata; ciò vuol dire che il proprio centro è attraversato, per l’appunto, da una barra formata di miliardi di stelle.

Il nucleo è poi circondato da sei bracci di gas e polveri presentanti anch’essi una forma a spirale. Tra questi c’è il braccio di Orione, in cui si trova proprio la Terra.

Le ultime ricerche in merito hanno evidenziato la presenza di un buco nero supermassiccio, scientificamente noto con la denominazione Sagittarius A*, proprio in corrispondenza del nucleo centrale.

Le galassie stimate presenti nell’intero Universo risultano essere circa 100 miliardi. Tra queste, alcune presentano numerose caratteristiche in comune con la nostra Via Lattea; ne è un esempio la NGC 1073, anch’essa a spirale barrata, con un nucleo luminoso attivo.

Una caratteristica finora mai esplorata

Un gruppo di ricercatori provenienti dal Southwest Research Institute, con sede a San Antonio, in Texas, ha impiegato il supercomputer NASA Pleiades effettuando una scoperta a dir poco sorprendente che riguarda il guscio ghiacciato che circonda il Sistema Solare, ossia la nube di Oort. Le novità emerse riguardano, in particolare, la sua forma, idealmente intesa come una sfera, ma che potrebbe in realtà possedere un aspetto più simile ad un disco alla spirale, simile per certi versi anche alla nostra Via Lattea.

La distanza dall’immensa distesa è realmente massiva. Pensate che la stessa si estende per centinaia di migliaia di Unità Astronomiche e possiede al suo interno una serie di residui provenienti dal Sistema Solare, tra i quali anche i pianeti nani. Per il suo raggiungimento potrebbero non essere sufficienti neanche centinaia di anni, in quanto si localizza anche oltre la Fascia di Kuiper. L’osservazione diretta, come si può evincere, resta impossibile; dunque, come riescono gli esperti a comprendere le caratteristiche della nube di Oort pur non concentrandosi sugli oggetti in essa contenuti?

Nube di Oort
Illustrazioni della Nube di Oort (NASA Astrobiology foto) – www.aerospacecue.it

Gli innovativi metodi d’osservazione

Le osservazioni si concentrano prevalentemente sulle comete a lungo periodo, nonché le loro traiettorie, oltre che il comportamenti dei detriti ghiacciati, tenendo sempre in considerazione l’eventuale influenza gravitazionale. Ed è stato proprio usufruendo di tale metodo che si è riuscito a comprendere come la formazione interna al sistema presenti, in realtà, una spirale con bracci estesi sino a 15.000 Unità Astronomiche. All’interno dello studio si spiega come nel tentativo di “separare i corpi dal disco diffuso, crea una struttura a spirale nello spazio fisico“, definendo come la spirale possieda una durata estremamente lunga.

L’origine della struttura viene attribuita alle così dette maree galattiche, in grado di modellare la nube di Oort nel corso di frequenti periodi, esercitando la forza gravitazionale a partire da stelle e buchi neri. L’osservazione degli oggetti relativi alla nube di Oort, nonché la loro luce riflessa, rappresenta a detta degli scienziati un metodo estremamente efficace, seppur impegnativo, per confermare la struttura della nuvola ed effettuare ulteriori approfondimenti in futuro.